All’Angelus di questa seconda domenica di Avvento in cui il Vangelo presenta la missione di Giovanni Battista, Papa Francesco indica “le esigenze della conversione” a cui siamo invitati:
Per preparare la via al Signore che viene siamo chiamati a bonificare gli avvallamenti prodotti dalla freddezza e dall’indifferenza, aprendoci con gli stessi sentimenti di Gesù (...) occorre abbassare tante asprezze della superbia, compiendo gesti concreti di riconciliazione con i nostri fratelli, di richiesta di perdono delle nostre colpe. Non è facile riconciliarsi.
Il senso dell'essere credenti
Essere credenti, prosegue il Pontefice, è prossimità con i fratelli per aprire, come il Battista, “prospettive di speranza” anche in “contesti esistenziali impervi segnati dalla sconfitta”.
“ Non possiamo arrenderci di fronte alle situazioni negative di chiusura e di rifiuto, non dobbiamo lasciarci assoggettare dalla mentalità del mondo, perché il centro della nostra vita è Gesù e la sua parola di luce, di amore, di consolazione. E' Lui! ”
Umili ma coraggiosi
Il Battista invitava alla conversione la gente del suo tempo con forza, con vigore e con severità. Tuttavia sapeva ascoltare, sapeva compiere gesti di tenerezza e di perdono.
E’ sulla scia della testimonianza di vita data da Giovanni che Francesco invita tutti i discepoli di Gesù di oggi ad essere “umili ma coraggiosi testimoni”:
Anche oggi, i discepoli di Gesù sono chiamati ad essere suoi umili ma coraggiosi testimoni per riaccendere la speranza, per far comprendere che, nonostante tutto, il regno di Dio continua a costruirsi giorno per giorno con la potenza dello Spirito Santo. Pensiamo come possiamo cambiare qualcosa del nostro atteggiamento.
No alla mentalità del mondo: l'invito di Francesco all'Angelus . "Il centro della nostra vita è Gesù e la sua parola di luce, di amore, di consolazione"
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