venerdì 21 febbraio 2014
il Santo Padre Francesco ha inviato ai partecipanti al Simposio "Sacrosanctum Concilium. Gratitudine e impegno per un grande movimento ecclesiale" (18-20 febbraio 2014, Pontificia Università Lateranense), promosso dalla Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti in collaborazione con l’Ateneo Lateranense, in occasione del 50° anniversario della Costituzione Conciliare sulla Sacra Liturgia promulgata da Papa Paolo VI.
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Al Venerato Fratello
Cardinale Antonio CañizaresLlovera
Prefetto della Congregazione per il Culto Divino
e la Disciplina dei Sacramenti
Sono trascorsi 50 anni dalla promulgazione della Costituzione Sacrosanctum Concilium, primo documento promulgato dal Concilio Ecumenico Vaticano II, e questo importante anniversario fa sorgere sentimenti di gratitudine per il profondo e diffuso rinnovamento della vita liturgica, reso possibile dal Magistero conciliare, per la gloria di Dio e l’edificazione della Chiesa, e al tempo stesso spinge a rilanciare l’impegno per accogliere e attuare in maniera sempre più piena tale insegnamento.
 
La Costituzione Sacrosanctum Conciliume gli ulteriori sviluppi del Magistero ci hanno fatto maggiormente comprendere la liturgia alla luce della divina Rivelazione, quale «esercizio della funzione sacerdotale di Gesù Cristo», nella quale «il culto pubblico integrale è esercitato dal corpo mistico di Gesù Cristo, cioè dal capo e dalle sue membra» (SC, 7).Cristo si rivela come il vero protagonista di ogni celebrazione, ed Egli «associa sempre a sé la Chiesa, sua sposa amatissima, la quale lo invoca come suo Signore e per mezzo di lui rende culto all’eterno Padre» (ibid.). Questa azione, che ha luogo per la potenza dello Spirito Santo, possiede una profonda forza creatrice capace di attrarre in sé ogni uomo e, in qualche modo, l’intera creazione.
 
Celebrare il vero culto spirituale vuol dire offrire sé stessi come sacrificio vivente, santo e gradito a Dio (cfr Rm 12,1). Una liturgia che fosse staccata dal culto spirituale rischierebbe di svuotarsi, di decadere dall’originalità cristiana in un senso sacrale generico, quasi magico, e in un vuoto estetismo. Essendo azione di Cristo, la liturgia spinge dal suo interno a rivestirsi dei sentimenti di Cristo, e in questo dinamismo la realtà tutta viene trasfigurata. «Il nostro vivere quotidiano nel nostro corpo, nelle piccole cose, dovrebbe essere ispirato, profuso, immerso nella realtà divina, dovrebbe diventare azione insieme con Dio. Questo non vuol dire che dobbiamo sempre pensare a Dio, ma che dobbiamo essere realmente penetrati dalla realtà di Dio, così che tutta la nostra vita … sia liturgia, sia adorazione» (Benedetto XVI, Lectio divina al Seminario Romano, 15 febbraio 2012).
 
Al rendimento di grazie a Dio per quanto è stato possibile compiere, è necessario unire una rinnovata volontà di andare avanti nel cammino indicato dai Padri conciliari, perché rimane ancora molto da fare per una corretta e completa assimilazione della Costituzione sulla Sacra Liturgia da parte dei battezzati e delle comunità ecclesiali. Mi riferisco in particolare all’impegno per una solida e organica iniziazione e formazione liturgica, tanto dei fedeli laici quanto del clero e delle persone consacrate.
Mentre esprimo la mia riconoscenza a quanti hanno promosso e preparato tale incontro, auspico che esso porti i frutti sperati. Invoco per questo l’intercessione della Beata Vergine Maria e invio di cuore a Lei, Signor Cardinale, ai Collaboratori, ai Relatori e a tutti i partecipanti la Benedizione Apostolica.
Dal Vaticano, 18 febbraio 2014© Copyright 2014 - Libreria Editrice Vaticana
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