venerdì 11 ottobre 2024
Dal 7 ottobre 2023 Francesco non ha mai smesso di chiedere di porre fine al conflitto in Medo Oriente. Una richiesta forte presente in quasi tutti gli interventi pubblici di questi ultimi dodici mesi
Un anno di guerra in Terra Santa: i 120 appelli del Papa per la pace

È passato un anno dal 7 ottobre 2023, giorno nel quale Hamas ha attaccato Israele, causando migliaia di morti e feriti, prendendo in ostaggio alcune centinaia di civili (la metà dei quali ancora nelle mani di Hamas). Il mondo è cambiato e si è aperto un nuovo conflitto in Medio Oriente. Da quel giorno, papa Francesco non ha perso occasione per rivolgere un appello e una preghiera per la pace in Terra Santa, accomunando in questi pressanti inviti alla pace anche il conflitto che sta devastando l’Ucraina.

Oggi, nel giorno in cui viene annunciato il Nobel per la pace, vale la pena ricordare che nel corso degli ultimi dodici mesi in ben 118 occasioni il Pontefice ha richiamato l’attenzione sulla situazione in Israele e in Palestina auspicando lo stop della guerra. Praticamente un appello ogni tre giorni. Nella sua missione di portare un messaggio di pace e speranza in un mondo segnato dai conflitti, papa Francesco, in ogni Angelus e in tutte le Udienze generali, ha sempre dedicato un ricordo e un appello per la Terra Santa.

Il primo di molti appelli è stato fatto il giorno dopo l’attentato terroristico del 7 ottobre. Un momento in cui la Santa Sede ha espresso la sua vicinanza alle famiglie delle vittime: «Gli attacchi e le armi si fermino, per favore, e si comprenda che il terrorismo e la guerra non portano a nessuna soluzione, ma solo alla morte e alla sofferenza di tanti innocenti. Preghiamo perché ci sia pace in Israele e in Palestina!».

Al discorso di auguri al corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede, papa Francesco ha ribadito la sua «preoccupazione» per una possibile escalation del conflitto, rilanciando il suo appello per il «cessate il fuoco su tutti i fronti, incluso il Libano, e per l’immediata liberazione di tutti gli ostaggi a Gaza». «Auspico – disse in quella occasione – che la Comunità internazionale percorra con determinazione la soluzione di due Stati, uno israeliano e uno palestinese, come pure di uno statuto speciale internazionalmente garantito per la Città di Gerusalemme, affinché israeliani e palestinesi possano finalmente vivere in pace e sicurezza».

Anche alla Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, avvenuta a Dubai, il Papa ha esortato le parti coinvolte a mettere da parte le armi e a perseguire soluzioni diplomatiche. «Ciò vale per la cura del creato così come per la pace: sono le tematiche più urgenti e sono collegate. Quante energie sta disperdendo l’umanità nelle tante guerre in corso, come in Israele e in Palestina, in Ucraina e in molte regioni del mondo: conflitti che non risolveranno i problemi, ma li aumenteranno!».

Con ogni nuovo appello, papa Francesco ha ribadito l'urgenza della pace, ricordando al mondo che il dialogo e la riconciliazione sono le uniche vie per fermare la spirale di violenza e garantire un futuro di sicurezza e giustizia per tutti i popoli del Medio Oriente.

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