giovedì 31 ottobre 2013
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Qualche giorno fa, mentre guidavo verso l’aeroporto, è stato trasmesso alla radio uno degli spot più belli che mi sia capitato di ascoltare. È una pubblicità dell’Unicef. Si sente una voce molto anziana e fragile che dice: «Nella mia vita avrei voluto costruire un ospedale in Eritrea, un pozzo per aiutare chi muore di sete, una scuola» (forse sbaglio qualche particolare ma il senso è questo). Dopo qualche momento di silenzio, la stessa persona conclude più forte e decisa: «Ho scoperto che posso farlo ancora!». Una voce di fondo spiega il senso dell’affermazione con un numero verde che consente di effettuare lasciti testamentari all’Unicef.
A parte tutte le possibili riserve che si possono avanzare relativamente ai rischi di circonvenzione da parte di organizzazioni non profit a persone anziane, o circa organizzazioni (parlo in generale) che possono essere inefficienti o con costi interni che assorbono percentuali troppo elevate delle donazioni ricevute, o circa organizzazioni che realizzano anche politiche sanitarie o riproduttive discutibili, lo spot è bello. Perché dà speranza e fa capire che non è mai troppo tardi per fare qualcosa di nobile che dia senso e renda generativa la propria vita. Mi però fa venire in mente un messaggio ancora più ottimista. 
Ci si deve per forza ridurre all’ultimo momento (allo yes we (still) can) per accrescere senso e sapore di un’esistenza ? Perché non cominciare subito? Continuerei lo spot con un giovane che dice. «Io ho scoperto che (già) posso e che non devo aspettare l’ultimo momento. E che ci sono moltissime direzioni in cui questo è possibile».
Mettendo da parte il tema delle scelte di vita e delle vocazioni, mi limito modestamente a suggerire che, assieme a questa questione fondamentale, esistono tante altre scelte che ci possono riguardare, indipendentemente e in parallelo alle strade di vita e professionali che ciascuno di noi ha deciso di intraprendere. Qualunque sia la nostra professione o la nostra scelta di vita, possiamo tutti partecipare alla rete costituita da persone di buona volontà e da organizzazioni che si battono per una riforma della finanza (la campagna 005), che votano con il portafoglio (premiando i pionieri equosolidali ed etici dell’economia civile), che hanno capito l’importanza del segnale che vogliamo dare con gli slotmob in tutta Italia per lottare contro le ludopatie.
Persone le quali sanno godere dei piccoli e grandi frutti che tutto questo produce, mettendo in moto importanti cambiamenti legislativi e nei comportamenti delle imprese, ripristinando l’equilibrio dei poteri tra istituzioni, economia e cittadini che la globalizzazione ha messo in crisi. Sono tutti pezzi di un nuovo modo di fare economia che chiamiamo 'wikieconomics'. Come nel caso di Wikipedia, che ha dimostrato come la rete possa valorizzare immensi giacimenti di gratuità e dono, costruendo importanti beni pubblici di conoscenza, così in economia la rete delle persone di buona volontà che vuole dare un senso maggiore alla propria vita può lavorare assieme giorno per giorno per questi obiettivi.
Noi partiamo animati dagli ideali più alti e dall’ambizione di cambiare il mondo per orientarlo maggiormente al bene comune. Non riusciremo a cambiarlo tutto, ma un po’ (speriamo un bel po’) certamente sì.
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