martedì 30 luglio 2019
La commovente testimonianza dei genitori di una bimba curata grazie alla donazione di organi decisa da altri due genitori
«Un po' del vostro angelo ora vive in nostra figlia»
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Cari genitori, abbiamo deciso di scrivervi questa lettera per ringraziarvi del gesto che avete compiuto nel momento più triste della vostra vita, un gesto che nemmeno le parole possono descrivere. Ci avete donato la vita, dando a nostra figlia l’opportunità di viverla questa vita che purtroppo si è spenta dentro di voi.

Tante volte ci siamo chiesti perché proprio a noi e cosa avessimo fatto di male per meritarci tanta sofferenza gratuita, ma adesso abbiamo compreso che solo donando parte di se stessi agli altri si possono salvare tante vite, regalare sogni a chi ha smesso da anni di dormire felice. Siamo i genitori di una bambina di sei anni, nata dopo tante sofferenze, con una malattia renale che l’ha portata sin dalla nascita a lunghe ospedalizzazioni, interventi chirurgici e dialisi, fino a quando, la notte del 6 luglio, è squillato il telefono. Da lì la corsa verso una nuova battaglia verso l’ignoto, la paura di non farcela, l’orrore del dolore, della morte, con la consapevolezza amara delle lacrime versate da altri genitori come noi e che senza la loro incondizionata generosità nulla sarebbe stato possibile.

Ed è proprio così, in quella lunga e interminabile notte, i minuti non passavano mai, le lancette dell’orologio si spostavano a fatica, tutto si era fermato, tranne il nostro cuore che pensava a voi, al vostro animo lacerato dalla grande perdita, alle vostre lacrime. Grazie a voi la nostra bambina è nata per una seconda volta e rifiorirà. Ora è presto per dirlo, abbiamo vinto la battaglia e non ancora la guerra, ma siamo sicuri di farcela, in nome del dolore che avete provato nel lasciare andare il vostro angelo, ora un pezzo di lui vive in nostra figlia e in altre vite. Non è facile scrivervi, non è facile parlarne, ma possiamo solo dirvi grazie di cuore, il vostro gesto non rimarrà vano. Ogni essere umano desidera lasciare una propria traccia e nostra figlia sarà testimone di quella lasciata dal vostro angelo che vivrà sempre in lei. Grazie!

Chiara e Francesco. I nomi dei firmatari di questa lettera sono di fantasia. Nulla deve consentire di collegare chi riceve una donazione di organi al donatore e ai suoi familiari. Siamo grati a coloro che l’hanno scritta e all’Ospedale Bambino Gesù di Roma che hanno deciso di condividerla con la comunità dei lettori di Avvenire

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