Le «iene» hanno azzannato ancora. Stavolta – così ci fanno sapere e televedere – è toccato, tra il giovedì e il sabato santi, in una grande città del nord, a un prete corruttore di un diciassettenne. Una scena stomachevole. Gesti, parole e scuse squallidi. Proposti con compiaciuta insistenza sul consueto canale Mediaset «Italia1». Se non si è trattato di una volgare recita, ma di un’ancora più volgare e insopportabile realtà, le «iene» dopo aver azzannato e masticato con palese disgusto hanno un dovere morale che non possono eludere: sputare il nome del prete corruttore. Sputino quel nome e noi testimonieremo che le «iene» non intendevano sputare in faccia a decine di migliaia di preti italiani e al loro servizio disinteressato alle comunità cristiane e agli "ultimi" della nostra società. Sputino il nome di chi ha offeso un ragazzo e infangato l’abito sacro: faranno un servizio alla verità e non solo un misero spettacolo su una miseria umana.