Ieri sera, in una di quelle discussioni estive che facilmente scivolano oltre la mezzanotte, mio figlio e altri suoi due amici, tutti studenti di filosofia, hanno rimproverato i loro genitori di non averli mai rimproverati. Più precisamente: l’accusa di questi ventenni era di avere genitori troppo “liberali” e non “impositivi”. Esempio classico: la scelta del liceo, dell’università, del lavoro, con l’affermazione, messa sul banco degli imputati: «Segui il tuo sogno». L’accusa era serrata, spietata: «È una frase ipocrita, un modo per lavarsi la coscienza». Quanto avrebbero preferito questi ragazzi l’atteggiamento opposto, di chi invece di lasciare liberi, avesse imposto dall’alto una direzione, un consiglio vincolante. La libertà può apparire come un dono insidioso, ambiguo, sgradevole e, dal punto di vista pratico, rispetto alle scelte della vita, può portare alla confusione e alla paralisi. Non era facile contrastare questa raffica di accuse che rovesciavano l’assetto tradizionale, quello che vede il figlio ribellarsi contro i genitori per l’assenza e non per l’eccesso di libertà. Di fronte all’evolversi della discussione, che a volte inevitabilmente finiva per avvitarsi su se stessa, ho pensato di raccontare la storia di mia madre che – siamo negli anni 50 del Novecento – voleva iscriversi a medicina ma fu “dirottata” a forza dal padre (mio nonno Antonio, classe 1901) verso giurisprudenza. La reazione di mia madre si evidenziò anni dopo, quando si trattò di consigliare i figli nello stesso snodo post-scolastico: «Fai quello che senti di fare». Negli anni 80 a me totalmente confuso sul da farsi questo consiglio portò a scegliere giurisprudenza. Commento di mio figlio: «I confusi di oggi scelgono filosofia». Non siamo arrivati a una soluzione, le grandi questioni non ne hanno, ma ho potuto constatare la verità inscritta nel titolo (e nel bel libro) di padre Jean-Pierre Sonnet “Generare è narrare”. È il compito enunciato ripetutamente nella Bibbia: raccontare storie. È questo quello che può e deve accadere tra le diverse generazioni.