martedì 7 ottobre 2014
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Sinodalità prima di tutto. Proprio quello spirito di sinodalità conciliare, a cui faceva riferimento il Papa all’inizio dei lavori nel saluto ai padri, è stato il segno distintivo di quanto svolto in questa terza congregazione generale del Sinodo sulla famiglia. Il clima «positivo e dialogante», come l’hanno registrato i presenti in aula, «buono e sereno», come l’ha definito al termine della mattinata il cardinale Lorenzo Baldisseri ad Avvenire, manda dunque in prescrizione i fantasmi e gli artifici mediatici agitati dai fautori delle contrapposizioni, delle lotte intestine ideologiche e dai manipolatori di mestiere. Niente di tutto questo. Il cardinale Vincent Nichols, arcivescovo di Westminster, intervenuto in aula e al briefing quotidiano in Sala Stampa, ha detto, in risposta alla domanda dei giornalisti, che l’atmosfera delle discussioni è «amabile» e non c’è problema a parlare delle «difficoltà» incontrate dalle famiglie e dalla Chiesa, con accento «più pastorale» che «accademico», e c’è un reale senso di «condivisione aperta e cammino comune». Tra i diversi punti emersi dalla discussione del tema di martedì sul Vangelo della famiglia, molti interventi si sono soffermati proprio sull’esigenza di un linguaggio rinnovato nell’annuncio del Vangelo. «La Chiesa deve aprirsi di più al dialogo», si è detto: «Non si tratta di scegliere tra dottrina e misericordia, ma occorre l’avvio di una pastorale illuminata per incoraggiare soprattutto le famiglie in difficoltà, le quali spesso avvertono un senso di non appartenenza alla Chiesa, ed essa deve offrire il suo insegnamento presentando la dottrina non come un elenco di divieti, ma facendosi vicina ai fedeli, così come faceva Gesù». Di carattere più prettamente teologico sono stati alcuni interventi, come quello di Bruno Forte e altri, in riferimento alla teologia morale, che suggeriscono il rispetto di un approccio graduale con le persone in difficoltà, o come quello dell’arcivescovo di Vienna Christoph Schonborn (figlio di genitori divorziati), il quale, in riferimento alla Lumen Gentium, ha suggerito anche di considerare gli elementi positivi e validi in merito all’amore che possono esserci anche nelle unioni fuori dal matrimonio. Settanta in tutto gli interventi, tra cui diciannove non programmati, sono stati ascoltati dall’inizio dei lavori a martedì mattina. Tutti espressi con libertà alla presenza del Papa (che è stata definita dai padri in aula come «presenza tonificante») e all’insegna di un effettivo confronto collegiale, che guarda certamente al Concilio come esercizio dell’autentica sinodalità.
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