Caro direttore,
la giustizia sociale è, in estrema sintesi, l’agire contro ogni forma di discriminazione, attraverso la garanzia e la tutela dei diritti imprescindibili di ciascuna persona. Un vivere che include anche i doveri, attraverso un sentire comunitario. È volere, e realizzare, forme di Stato e di Governo che attuino politiche sociali fondate su princìpi transgenerazionali, misurate e misurabili sull’impatto nella vita di ciascuna persona. Questi temi sono protagonisti nell’iter in atto per il nuovo Statuto del Movimento 5 Stelle, per un cambiamento definitivo verso la sostenibilità e lo sviluppo umano integrale.
Oggi il contrasto alla povertà, alle fragilità, alle guerre, all’inquinamento e allo sfruttamento, obiettivi identitari del M5s, appaiono come l’unica seria ipotesi di futuro. Questo perché le crisi economiche succedutesi e la pandemia hanno dimostrato il collasso e l’inadeguatezza dei sistemi capitalistici. La ricchezza nelle mani di pochi e la fatica di vivere di molti costituiscono un divario che genera diseguaglianza e non può colmare le sofferenze dell’umanità.
Nella stesura del nuovo Statuto si è considerato che occorre guardare a forme nuove a tutti i livelli di partecipazione, che attribuiscano valore al principio della condivisione di diritti e doveri. In un’ottica di sviluppo e di innovazione lo Stato deve, attraverso gli enti e le imprese pubbliche, garantire accessibilità per tutti. Le logiche dell’interesse privato, che possono essere facilmente preda di spinte monopolistiche, devono essere indirizzate verso produzioni di beni e servizi sostenibili per la Terra e i suoi abitanti.
In Italia ciò significa, e l’esempio non è casuale, mettersi al fianco delle piccole e medie imprese, in una fase delicatissima verso la transizione, creando sinergie che non disperdano il patrimonio dei distretti industriali. Significa politiche e investimenti di welfare attraverso un rinnovato ruolo protagonista del Terzo Settore, indispensabile e concreto spazio di affermazione di diritti e giustizia sociale. E significa scelte di autentica transizione ecologica e digitale, attraverso le leve della formazione, dell’informazione, del protagonismo civico e del contrasto attivo alla prepovertà e alla povertà. C’è da dare sostanza, insomma, a quello che chiamo il modello della Terza Economia, etica e virtuosa, cui mi sono sempre ispirato nella mia vita professionale e, adesso, politica.
Noi 5stelle non abbandoneremo le strade percorse, le conquiste in Parlamento come: la spazzacorrotti, il reddito di cittadinanza, i bonus, che ci hanno visto uniti in questi anni. Andremo avanti ancor più determinati e rafforzati da un periodo di confronto interno al Movimento, che si sta rivelando generativo.
Diceva Sandro Pertini: «Battetevi sempre per la libertà, per la pace, per la giustizia sociale. La libertà senza la giustizia sociale non è che una conquista fragile, che si risolve per molti nella libertà di morire di fame». Cito Pertini, leader socialista, perché in questi giorni alcuni leader di partito, che dicono di ispirarsi al modello socialista, hanno deciso di prendere di mira gli aiuti alle fasce più deboli della popolazione. Proporre un referendum per cancellare reddito e pensioni di cittadinanza che, per milioni di famiglie in difficoltà economica sono strumenti salvavita, in questo delicatissimo periodo di post pandemia, è quanto di più ingiusto si possa fare. Il reddito di cittadinanza, come ha spiegato il direttore di Caritas Italiana, don Francesco Soddu, in occasione della presentazione del Rapporto sulla povertà, è stata una misura necessaria per il Paese. Ha diversi limiti e va riformato, come anche 'Avvenire' indica da tempo, ma è una misura indispensabile per diminuire le diseguaglianze. Le cinque stelle che, secondo il nostro nuovo Statuto, costellano l’orizzonte e orienteranno l’azione politica del 'nuovo' Movimento sono: i beni comuni, l’ecologia integrale, la giustizia sociale, l’innovazione tecnologica e l’economia ecosociale di mercato. Tra queste la giustizia sociale dovrà essere la 'stella polare'. Il Papa, in un’Udienza generale di fine maggio, ce lo ricordato con chiarezza: «La cura del creato e la giustizia sociale: vanno insieme...», perché quando «l’ossessione di possedere e dominare esclude milioni di persone dai beni primari; quando la disuguaglianza economica e tecnologica è tale da lacerare il tessuto sociale; e quando la dipendenza da un progresso materiale illimitato minaccia la casa comune... non possiamo stare a guardare!».
Senatore 5 stelle