Di chi fidarsi? Gli esperti sono ormai tutti d’accordo: è proprio la caduta verticale dell’elemento “fiducia” la causa principale della terribile crisi economica che continua ad attanagliare l’intero Pianeta, senza che per ora si riesca a intravedere una concreta via d’uscita. Caduta della fiducia generale che sembra paralizzare tutti, dal semplice risparmiatore ai vertici delle banche, della finanza, dell’imprenditoria, di istituzioni varie, caduta della fiducia che nemmeno gli sforzi più poderosi e audaci delle massime autorità politiche, monetarie, economiche mondiali riescono ancora a neutralizzare. D’altronde, come si fa a fidarsi oggi dopo quel che accaduto? Dopo che tanti e tali “mostri sacri” del mondo, uno dopo l’altro, continuano a rivelarsi improvvisamente incapaci, traditori, volgari imbroglioni, e della peggior specie? La planetaria caduta della fiducia segue, come logica conseguenza, la generale “caduta degli dei” o meglio “degli idoli” che la cronaca ci mette ogni giorno dinanzi. Vedi il caso, davvero emblematico, di Bernie Madoff, settantadue anni, newyorkese, già presidente del Nasdaq, da oltre vent’anni considerato uno dei massimi “esperti” del mondo finanziario internazionale, stimatissimo, per lunghi decenni, da milioni di persone e importantissime istituzioni, alcune anche benefiche, potenti e non potenti, che intascavano, senza nutrire pur motivati dubbi, gli interessi del dieci per cento che Bernie assicurava sempre e comunque a tutti coloro che gli affidavano in gestione il loro denaro (ancora ieri il cardinale Bagnasco evocava l’ingordigia di lor signori). Arrestato nel novembre 2008, l’altro giorno, in tribunale, ha ammesso le sue spaventose responsabilità. In dodici secondi, ha confessato: sì, ho truffato i miei clienti di tutto il mondo per una montagna di denaro (almeno cinquanta miliardi di dollari, ma potrebbero essere anche sessantasette). Portato in carcere, non ne uscirà più, dato che la pena prevista arriva a centocinquant’anni di detenzione. La cosa può consolare, ma non rimedia al peggio: anche perché, con la sua istantanea ammissione di colpa, Bernie impedisce alla giustizia di andar a fondo sulla questione, di scoprire complicità e responsabilità che non siano solo le sue. Non proprio il massimo per poter ristabilire la fiducia generale che è quello che servirebbe di più. Una truffa, quella di Madoff, di tali colossali proporzioni che arriva a toccarci tutti da vicino: se banche e imprese, anche le nostre, non se la passano bene e i licenziamenti allungano la loro tremenda ombra anche a casa nostra, una parte non piccola del “merito” è anche di questo ex bagnino che ha fatto “fortuna” sulle rive dell Hudson. Ma, e qui al danno si aggiunge la beffa, c’è riuscito usando non con straordinarie doti di intelligenza, cultura, creatività, bensì ricorrendo al volgare e sempliciotto imbroglio della “catena di s. Antonio”, inventato da Charles Ponzi, un emigrato italiano di tanti anni fa. Se poi si pensa al fatto che le molte importanti istituzioni della più potente democrazia del mondo incaricate di “sorvegliare” le attività finanziarie, di nulla si sono accorte per lunghi decenni, la mancanza di fiducia generale non può che aumentare. E dunque, di chi fidarsi? Quando, a cadere, sono gli “idoli” di tal fatta, potrebbe servire rileggere il salmo a loro dedicato da uomini ispirati da Dio: non ieri, ma qualche millennio fa, essi erano plasticamente dipinti come quelli che “hanno occhi ma non vedono, hanno orecchi ma non ascoltano”. Se a Wall Street, come nei centri direzionali più esclusivi, delle banche, delle istituzioni finanziarie o nel “cuore” delle università e delle più prestigiose “scuole “di economia, la lettura della Bibbia fosse praticata con un decimo dell’attenzione che si dedica a tutta la “materia” e agli uomini che la gestiscono, certi trabocchetti, almeno i più volgari, forse sarebbero stati evitati. Forse, non ci si sarebbe coperti di ridicolo fino a tal punto. Soprattutto, folle di onesti e innocenti sarebbero stati risparmiati dai mali che oggi ingiustamente li insidiano e li colpiscono. E, nei Paesi più poveri, li colpiscono a morte. Infine, la famosa “fiducia” oggi così difficile da ristabilire, potrebbe aver maggiori speranze di esser ricostruita. Sì, anche il Papa, da anni, ripeteva, con qualche altra voce, rimasta pure inascoltata, che nemmeno l’economia, uno dei grandi poteri di oggi, può sopravvivere senza l’etica. Dice lo stesso, senza stancarsi di ripeterlo, e quasi in solitudine, per l’altro grande potere che oggi domina il mondo, quello della tecnologia e della scienza. Che avesse ragione per quanto riguarda l’economia, è già sotto gli occhi di tutti. Non sarebbe male per nessuno, credente o non credente che sia, cominciare a prender finalmente in considerazione parole come le sue, almeno a partire da adesso.