Non meraviglia la notizia che dall’ultimo rapporto sulla diffusione delle droghe in Europa emerga che Roma, Milano e Napoli sono in testa alla classifica per spaccio e consumo di cocaina. E, purtroppo, non stupisce neppure la diffusione della cannabis: almeno tre milioni di consumatori nel Vecchio Continente. Il mercato delle droghe è ricco come mai prima: cocaina, eroina, anfetamine, cannabis, etc. E si è insediato davvero ovunque: a scuola, sul lavoro, nei bar, persino nei luoghi ricreativi, tenta di entrare addirittura negli oratori. Il mercato della droga si è globalizzato come gli altri mercati e segue raffinate strategie: il drogato non si sente tale, è divenuto «consumatore inconsapevole». I ragazzi nella scuola parlano liberamente di droga e dei loro effetti. Sanno dove trovarla, come usarla. Chi sa poco delle droghe sono tanti genitori e troppi insegnanti, sempre più ingenui e impreparati a prevenire tale disagio nei figli e negli alunni. Eppure, mai come adesso l’offerta di droghe ha incrementato la domanda o viceversa la domanda ha incentivato l’offerta.L’errore più grave di questi ultimi anni è stato quello di considerare l’uso delle droghe – alcol compreso, gioco d’azzardo incluso – un fatto occasionale, un episodio sporadico durante una serata di divertimento. Niente allarmismi, quindi! Il consumo di droga è stato ed è ritenuto un disagio normale, un fenomeno della nostra società avanzata. La cocaina soprattutto è considerata, ahinoi, «droga dell’immagine» e l’uso si è diffuso in una società che premia il personaggio, il bullo, il soggetto che vuole e sa far parlare comunque di sé. Ogni intervento preventivo chiama in causa l’educazione della persona alla normalità. Una responsabilità condivisa. Ma anche un compito che trova un rifiuto totale in parte da gran parte dei media.All’impennata dell’uso di cocaina ha fatto seguito anche l’aumento di tutta una serie di altre droghe. Molti giovani e adulti "schizzano" sotto l’effetto della cocaina e poi "devono" fumare lo spinello o far uso di eroina per tranquillizzarsi. Le droghe sono pure di supporto all’efficienza sessuale. Certi cocktail sono predisposti per dimostrare al partner l’eccezionalità delle prestazioni. Ciò che più preoccupa è che oggi nelle nostre città c’è sempre più gente che usa droghe e sfugge completamente da quel "controllo" che credevano d’avere della sostanza, anzi ne diventano dipendenti cronici, fino ad accusare disturbi di personalità. È stata attentamente osservata e monitorata la stretta relazione tra gli episodi di violenza e l’uso e l’abuso di sostanze stimolanti ed eccitanti come la cocaina, l’ecstasy, l’alcol. Molti episodi di violenza verso le donne vengono compiuti da persone scompensate dalle sostanze.L’episodio del padre che butta la sua creatura nel Tevere e del convivente che uccide la sua donna sotto l’effetto di cocaina e di altre sostanze, conferma per l’ennesima volta la pericolosità sociale del drogato. I drogati di oggi sono irriconoscibili: vestono come noi e meglio di noi, vivono in mezzo a noi, si comportano normalmente. Sono però una specie di mina vagante che potrebbe esplodere da un momento all’altro. Oggi, il tossicodipendente è un "nemico invisibile", tanto più pericoloso quanto più difficile da individuare. Negli anni Ottanta il drogato era un soggetto chiaramente identificabile. Vestito da pezzente, spesso e volentieri ridotto a vivere per strada, andatura ciondolante, barba e capelli lunghi, sapone ignorato. La gente cambiava marciapiede, la polizia lo fermava a ogni incrocio e una volta su due lo portava in commissariato per accertamenti.Si parla tanto in questi ultimi anni dei giocatori d’azzardo. È bene che si sappia che costoro, spesso, usano cocaina e alcol per amplificare il loro stato emotivo, compulsivo. È urgente quindi far conoscere ai cittadini-lettori che la droga c’è, sempre di più. E che proprio per questo anche i decessi per droga sono aumentati del 7% nel 2012. Senza contare i morti negli incidenti stradali provocati dall’uso di stupefacenti. Ogni società, del resto, ha tanti drogati ed emarginati quanti ne merita la sua ignoranza e la sua indifferenza.