Nebbia fitta sul progettoInsomma, i dubbi sono tanti e le certezze poche. Anche perché il governo non ha ancora scoperto le carte e al ministero del Lavoro confermano di non aver ancora iniziato a elaborare la linea d’intervento che dovrà dare corpo a quanto previsto nella legge delega in discussione. Di certo c’è la spinta che viene dall’estero. Il salario minimo legale è già previsto nelle legislazioni di 22 Paesi dell’Unione europea e il presidente Obama ha ingaggiato una battaglia con il Congresso per alzare quello in vigore negli Usa, ma è stata la decisione della Germania di introdurlo a partire da gennaio 2015 a imprimere la svolta decisiva all’apertura del dibattito anche da noi. In realtà, dopo la pressione dei socialdemocratici e il sì della Cdu-Csu, anche a Berlino ora prevalgono i timori. Gli industriali temono che il livello fissato – 8,5 euro l’ora – sia troppo alto e provochi un calo degli occupati, in particolare nei lander dell’Est. Come potrebbe essere da noi nel Mezzogiorno. Tuttavia, proprio al modello tedesco si rifà l’economista dell’Università Cattolica Giacomo Vaciago, fresco di nomina come consulente del ministro del Lavoro. «Il salario minimo ha senso a certe condizioni e occorre valutarne bene costi e benefici – spiega –. Deve essere quindi oggetto di valutazione delle parti sociali, non certo essere una scelta anti-sindacale. Deve essere rivedibile nel corso del tempo e non uguale per tutte le aree del Paese né per tutti i settori». Un salario minimo differente per aree del Paese, dunque? Dal punto di vista delle dinamiche economiche sarebbe giustificabile e forse anche utile per favorire la crescita dell’occupazione, ma sul piano sociale troverebbe certamente l’opposizione del sindacato, contrario a reintrodurre di fatto una sorta di gabbie salariali. C’è poi un’ulteriore complicazione e riguarda il problema di come e se differenziare il minimo legale in base all’età. In alcuni Paesi i più giovani arrivano gradualmente a "conquistare" il livello del salario minimo, anche per evitare che, ad esempio gli apprendisti, abbandonino i contratti di formazione con bassa retribuzione per dedicarsi a "lavoretti" di minore qualità ma meglio pagati con il salario minimo.
Sì, ma quanto si paga?Discussi tutti i pro – in particolare la tutela di quel 15% di lavoratori non coperto dalla contrattazione sindacale – e i numerosi contro, si arriva al punto più delicato: a che cifra fissare il salario minimo legale? Nei Paesi europei, di norma, il suo valore oscilla tra il 35 e il 60% del salario mediano, la Germania ha scelto il 51%. Oltre il 60% per gli economisti si rischiano seri contraccolpi sull’occupazione, sotto il 35-40% l’effetto dell’introduzione sarebbe nullo o quasi. Se si prendono a riferimento gli ultimi dati pubblicati lo scorso anno dall’Istat (e relativi al 2010) la retribuzione media per ora retribuita è pari in Italia a 14,48 euro (16,6 in Germania). Applicando una percentuale simile a quella scelta dal governo di Berlino, il salario minimo legale da noi oscillerebbe intorno ai 7,38 euro l’ora. Un livello troppo alto o troppo basso? Se si guarda ai minimi dei contratti nazionali, il settore tessile-abbigliamento con 6,6 euro l’ora è a un piano decisamente inferiore, mentre altri comparti come l’agricoltura 7,13; il commercio 7,14 e la metalmeccanica 7,32 sono intorno a quella cifra. Meglio fanno già edilizia 7,59; alimentari 8,21 e credito con 11,11 euro l’ora. Fa eccezione il contratto delle colf, per le quali il compenso orario da contratto varia da un minimo di 4,47 euro l’ora a un massimo di 7,93 per le super-specializzate. In questo caso il minimo legale farebbe scattare aumenti per quasi tutte le fasce contrattuali previste. Fin qui, però, si parla di lavoratori comunque coperti dall’applicazione rigorosa di un contratto nazionale. Diverso il discorso per i lavoratori parasubordinati e per quei segmenti di mercato nei quali vengono eluse le maglie dei contratti nazionali, attraverso il subappalto in grigio e le false cooperative: è qui dove il salario minimo dovrebbe migliorare le condizioni dei lavoratori ed essere veramente un minimo legale. Ma vedrà la luce?