E ora il medico dice: sono devastato. Il medico che ha accompagnato in ambulanza Eluana e che, come ci spiega il Corriere della Sera, proviene da quegli ambienti ex-socialisti che di più hanno premuto per una 'soluzione' friulana. Il dottor Amato De Monte, che il Corriere ci presenta in un articolo a metà scritto con stile tra libro Cuore e rivista di moda («Il bocconiano con l’orecchino » è il titolo), si premura di farci sapere due cose: che lui è sconvolto a vedere come è Eluana oggi e che lei «è morta 17 anni fa». Il che è sorprendente per due motivi. Primo perché se un medico fosse abituato ad assistere a malati gravi non dovrebbe poi così tanto 'devastarsi' nel vedere lo stato di Eluana (a proposito, perché non ce la fanno vedere?). Migliaia di medici assistono malati in quelle condizioni senza che per questo prevalga in loro lo sconvolgimento ma la realizzazione della missione per cui sono diventati medici, cioè prendersi cura. Le stesse suorine e i vari altri che hanno assistito Eluana in questo periodo non hanno sentito la necessità di questa ultima strana ingiuria. Non si sono detti «devastati», ma hanno continuato a chiamarla «bellissima», e non per vezzo, ma perché bellissima è ogni persona per la dignità assoluta che ha. Questo è lo sguardo che vede la dignità di un essere umano, e non l’apparenza soltanto. Che sguardo è quello del dottor De Monte? Addirittura, l’articolo ce lo presenta come se fosse lui da 'consolare' per la tremenda esperienza di aver viaggiato con il "mostro". Ecco, l’ultima definitiva (e – si può dire? – un po’ vigliacca) ingiuria a Eluana. Lo sguardo che si sente «devastato» da come lei è, poco prima di mettere in atto pratiche che sì, quelle, devasteranno con la sete il suo corpo. In questo sguardo che sotto le mentite spoglie di un sentimentalismo dolciastro cela una scorza durissima c’è potenzialmente la sconfitta di tutti i medici italiani. De Monte probabilmente è un medico preparato, si sa che ha un ottimo curriculum. Ma non basta, per fare il medico, essere preparati. E a questo proposito ecco il secondo motivo di sorpresa: egli afferma perentoriamente che «Eluana è morta 17 anni fa». Non la pensano così migliaia di medici. Non la pensano così le prese di posizione ufficiali di diversi Ordini dei medici, migliaia di medici impegnati ogni giorno in situazioni simili, di luminari di primo piano. Da dove viene questa granitica certezza al dottor De Monte? Lui che ha lo sguardo così sensibile, non ha nemmeno un dubbio scientifico nell’affermare che lei è morta diciassette anni fa mentre migliaia di suoi altrettanto stimabili colleghi affermano il contrario e si prodigano in ragione del contrario? Che strano medico. Che strana 'immagine' di medicina ci stanno dando, suonando la grancassa dei media, che sguardo di medico molto preso sentimentalmente e poco prudente dal punto di vista scientifico. Siamo sicuri che è da sguardi di questo genere che vogliamo farci visitare? È questo il genere di sguardo che vorremmo si posasse a decifrare lo stato di salute nostro e dei nostri cari, e che si posasse a misurare se siamo ancora degni di vivere o no? È strano, qui fanno tutti le vittime: il padre che si diceva vittima del diritto, il medico che si dice vittima di un’esperienza terribile, i tutori che si dichiarano infastiditi dalle lungaggini. E intanto occultano la vittima, o peggio, con occhi molli di commozione la ingiuriano. Io spero che migliaia e migliaia di occhi di medici, in questi giorni, non si sentano «devastati». Spero che siano occhi di medici, che non siano ciechi di fronte al valore della persona. Che guardino come siamo, come possiamo diventare senza per questo dire o pensare che un essere umano in brutte condizioni è un essere che vale di meno, tanto da chiamarlo roba morta.