Caro direttore,
un presepe vivente è sempre un bell’evento; quello che si realizzerà oggi, giovedì 19 dicembre, a Padova alle ore 14.40 nella bella chiesa del Crocifisso è particolarissimo. Sarà un presepe vivente e danzante composto da 20 bambini di classe 5a della Scuola primaria “Quattro Martiri” del Nono Istituto Comprensivo, alunni di tutte le nazionalità e di tutte le religioni, in uno spirito di comune condivisione e sempre nel rispetto delle diversità culturali e religiose. I bambini quest’anno danzeranno la Natività di Gesù sulle note della canzone “Mary did you know?” di Clay Aiken. Il progetto viene realizzato dal 2010 nella scuola, in uno dei quartieri più multietnici della città. Sottolineo che la bambina che lo scorso anno interpretava Maria era musulmana e anche quest’anno non sarà cattolica e italiana di tradizione familiare. Credo che sia un bell’esempio di inclusione e condivisione di valori nella realizzazione di un presepe “dinamico” e delicato nel contempo, dove angeli e pastori avranno anche il volto di bambini di origine subsahariana, marocchina, moldava, cinese. Davvero un admirabile signum, come definito da papa Francesco.
Simona Pescarin
C’è chi continua a collezionare quasi soltanto storie di conflitto e di rifiuto nel cammino verso il Natale. Le uniche che sembrano far notizia. Noi no. Anno dopo anno tra la gente di questo nostro Paese di cultura e tradizione cristiana continuano, infatti e soprattutto, a scriversi storie di incontro e di amicizia, di conoscenza e riconoscenza, di dialogo e di lavoro comuni, di buona fede e di buona volontà. Per questo, gentile e cara amica, sono felice di accompagnare con queste righe la sua lettera-annuncio del presepe vivente e danzante che con i vostri venti bimbi avete ideato e organizzato a scuola e che realizzerete nel primo pomeriggio di oggi in una chiesa della vostra Padova. Penso anch’io che si tratti davvero di un modo particolarissimo di interpretare quel “segno ammirabile” che sempre è il presepe e per fare festa con Gesù, nel suo e nostro Natale. I bambini che avete riunito e preparato anche quest’anno, per la decima volta, sono di origini diverse e anche di fedi (poco o tanto) differenti, ma stanno imparando a parlare una stessa lingua, fatta di parole e gesti, ad accordare passi e sentimenti, ad avere – nel rispetto della libertà di ciascuno – una comprensione felice di quell’evento di pace e di bene che è il «farsi carne di Dio». Un avvenimento che ha cambiato per sempre la storia anche se tanti, in tanti modi, e ogni anno di più, s’intestardiscono invece a snaturare il senso di questa Festa, nel segno della confusione e della contrapposizione. Grazie per il vostro lavoro nella terra buona del presente e del futuro che dobbiamo preparare e amare.
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