Per il 730 precompilato, la nuova frontiera della dichiarazione dei redditi, è già tempo di 'fase 2'. L’Agenzia delle Entrate ha diffuso ieri il testo che disciplina l’utilizzo – su base volontaria – dei dati delle spese sanitarie, nella prossima dichiarazione 2016. In vista di quello che verrà, comunque, è bene avanzare ancora qualche considerazione a bilancio dell’appena conclusa prima fase. L’operazione può essere definita un successo a metà, per ora. I 'grandi numeri' lasciano propendere per una valutazione positiva, con il precompilato utilizzato dal 93% dei contribuenti interessati e un aumento di circa un milione dei 730 inviati, rispetto allo scorso anno. Dietro le quinte, tuttavia, emergono le pecche (in parte inevitabili) di una sperimentazione senz’altro coraggiosa e che – in fondo – rappresenta uno dei fiori all’occhiello dello stesso governo Renzi che ha fortemente voluto farla partire (pur essendo l’approdo di un cammino avviato da tempo). Il primo limite sta nel fatto che sono stati soltanto un milione e 400mila i contribuenti 'fai da te', quelli cioè che o hanno semplicemente avallato il modello predisposto dal Fisco oppure sono riusciti da soli a correggere o integrare (attraverso il proprio 'cassetto fiscale' sul sito delle Entrate) i dati in esso contenuti. In questo primo anno tale modalità era più difficile in primo luogo appunto per la mancanza delle detrazioni legate alle spese sanitarie o ad altri oneri da inserire in dichiarazione. Ma soprattutto perché, fin dal primo giorno, molti 730 predisposti dai servizi telematici del Fisco erano in realtà pieni di errori, e nemmeno lievi. Moltissimi i casi segnalati di disguidi sui giorni per i quali fruire delle detrazioni e per quanto riguarda il lavoro domestico, specie in compresenza di due o più Certificazioni uniche (il documento che dal 2015 sostituisce il vecchio Cud, contenente l’indicazione di redditi e detrazioni annesse). Lo stesso contribuente che era abituato a fare da solo il 730 e pensava di avere la vita ancora più semplice si è magari dovuto ricredere. Si segnala che persino i Caf, i Centri d’assistenza fiscale, in diversi casi hanno rinunciato a usare il precompilato e hanno preferito ricorrere al 'vecchio' 730 ordinario (come l’anno scorso), trovandolo più semplice e sbrigativo. Anche per questo c’è ora da sperare che le eventuali sanzioni per i contribuenti 'fai da te' siano per quest’anno mitigate, tenendo conto dell’effetto-novità che può aver indotto a involontari errori (per chi si è rivolto a un Caf, come noto le sanzioni sono passate invece a carico dello stesso operatore). Inevitabili 'errori di gioventù', si dirà. L’idea di partenza resta buona, comunque. La semplificazione resta la via da seguire, rendendola sempre più 'scorrevole' per il contribuente. Eventuali battute d’arresto non sarebbero più comprese, a questo punto, dagli italiani.