I camorristi, a modo loro, avevano ragione. Purtroppo. Nel disastro ambientale perpetuato ai danni della Campania hanno riconosciuto di avere avuto una parte importante ma, ci tengono a ripetere, da soli non sarebbero stati capaci di combinare niente. Anzi, a dire il vero, fino ai primi anni Ottanta, nemmeno avrebbero potuto immaginare che i rifiuti potessero trasformarsi in oro. A riguardo, le confessioni dei pentiti, tra cui Gaetano Vassallo, sono illuminanti. In questo furono debitamente ammaestrati da industriali interessati a sversare o poco prezzo e da politici corrotti che avevano ben compreso l’affare milionario. Gente insospettabile – dunque, più pericolosa – ha gestito, con la complicità della camorra nostrana, il traffico illecito e criminale dei veleni in giro per l’Italia che sono poi approdati in Campania.Nel giro di pochi giorni due notizie dolorosissime hanno contribuito ad appesantire il cuore dei campani. In questi anni sono state sperperate cifre da capogiro per bonificare l’ ex area industriale di Bagnoli di cui facevano parte Italsider e Eternit. Adesso veniamo a sapere che non è stato fatto nulla. Di bonifiche a Bagnoli nemmeno a parlare. Anzi, incredibilmente, i fanghi dell’unico sito bonificato, Cencio, tra Liguria e Piemonte, sono stati ritrovati a Giugliano, in Campania, proprio a pochi chilometri da Bagnoli. Dunque, scendendo per l’ Italia, sotto gli occhi di tutti, questi veleni sono approdati nella nostra regione per essere interrati e dimenticati. Come è stato possibile? Quali leggi non sono state osservate? La Commissione Bicamerale Ecomafie presieduta da Gaetano Pecorella, dopo avere per anni indagato sullo smaltimento e occultamento dei rifiuti industriali in Campania è stata impietosa, prospettando per le prossime generazioni un futuro catastrofico. La Chiesa, i gruppi ambientalisti, i volontari, i parenti dei morti per cancro e leucemie, gli stessi malati di cancro, i medici per l’ambiente, hanno in questi anni alzato la voce senza risparmiarsi per continuare a chiedere il controllo satellitare dei mezzi che trasportano rifiuti. Un sistema satellitare per tracciare, monitorare dalla partenza all’arrivo i rifiuti industriali. Perché arrivano in Campania se in questa regione non c’è una – dico una sola – discarica per rifiuti industriali? La gente semplice capisce che non dovrebbe essere troppo difficile intercettare, fermare, denunciare chi ha cattive intenzioni. Invece in questi anni non è stato fatto niente. Non solo, ma il Sistri, il sistema di tracciabilità dei rifiuti che la gente tanto ha reclamato viene messo sotto segreto di Stato. Quindi, da quel momento, il popolo sovrano e impaurito viene tenuto volutamente all’oscuro mentre tonnellate di rifiuti industriali continuano a transitare per l’Italia facendo perdere le proprie tracce. È inutile parlare di bonifiche se non si arresta il flusso. Quando infuria la battaglia non si pensa alla ricostruzione ma a mettere a riparo i figli. Anche perché coloro che inquinarono e continuano, imperterriti, a farlo, sono già pronti a indossare le vesti del bonificatore. Altri interessi milionari all’orizzonte. Intanto la Procura di Napoli smaschera la grande truffa, tre persone finiscono in carcere e altre 19 agli arresti domiciliari. Il Sistri, ideato dalla società Selex service management ( gruppo finmeccanica), con contratto iniziale di quasi 150 milioni di euro e poi arrivato a 400 milioni, è già costato alle nostre casse 30 milioni di euro, non è stato mai realizzato. Nell’inchiesta, purtroppo, è coinvolto anche Carlo Malinconico, ex sottosegretario del governo Monti, che avrebbe chiesto consulenze milionarie. Nel frattempo tanta gente in Campania continua ad ammalarsi e morire per questo assurdo stato di cose.
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