Pace e guerra: quando si capisce di non avere tutte le risposte
giovedì 17 febbraio 2022

Gentile direttore,

«Solo i cretini non hanno paura e solo chi ha paura può avere coraggio», dico io. Il lettore Zara e sua moglie provano paura in questi giorni ('Avvenire', 15 febbraio 2022) e le scrivono. La paura è uno stato emotivo spontaneo o indotto. La paura è utilizzata da governanti materiali e spirituali per l’esercizio del potere. I signori Zara sono più o meno della mia epoca. Vite ed esperienze simili. Li invito a non avere paura, non una grande paura né angoscia. Siano sereni nel loro vivere quotidianamente insieme. Siano attenti e prudenti. È quanto possiamo fare. Se a loro fa bene, dicano fra loro la loro preghiera. Io nell’addormentarmi dico la mia. Ma la giornata di preghiera collettiva sarebbe ed è una manifestazione sciocca e priva senso, e inutile. Lei, direttore, propone la preghiera e la riflessione e anche il digiuno per dire 'no' alla guerra. «Affidando quel 'no' al cuore di Dio e all’intelligenza» degli umani. Il Signore, che tutto può o potrebbe, non è intervenuto per non fare iniziare le guerre e non interverrà per farle finire. Io, cattolico non omologato, sono ricco di domande alle quali cerco di dare risposte. Non mi piacciono coloro che sono pieni di risposte.

Marco Scarpa, Torino


Grazie della sua schiettezza, gentile signor Scarpa. Si prega Dio proprio perché si sa di non avere tutte le risposte. Si prega, da soli e in comunità, perché si riesce a essere umili quanto basta. E perché serenamente si ricorda, da cristiani, che quando «due o tre o più» si riuniscono nel nome di Gesù, Lui «è in mezzo a loro» (Mt 18, 15-20). Si prega e si fa la propria parte ogni giorno – e in certi momenti di più – per dire 'sì' alla vita, alla libertà e alla giustizia e 'no' alla guerra, perché si scoprono e riscoprono i limiti e la grandezza dell’umanità che ci è dato di vivere e di realizzare. E perché si capisce che qui e ora, per quanto sembri enorme, possiamo essere noi le mani di Dio. Per questo, per resistere al male che c’è stato e che ancora accade e ci assedia, per fare sempre più vera la pace che cerchiamo e non troviamo mai abbastanza, in tanti continuiamo ad affidarci al cuore di Dio e a sperare nell’intelligenza degli esseri umani.

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