sabato 21 agosto 2010
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«E ora, prima di passare a un’altra notizia, la combinazione vincente del Superenalotto...».La notizia precedente può essere stata un terremoto o una sciagura di pari livello, e la successiva, coi tempi che corrono, ben difficilmente porterà qualche squarcio di serenità. Ma poco importa. Ci sono i numeri del lotto, questo breaking-news di casa nostra, davanti al quale gli avvenimenti si fanno da parte e anche lo schermo dà del suo, una striscia in basso, da quel momento e fino alla fine dei telegiornali, inamovibile come un manifesto sbandierato tra la folla (di notizie) che passa.Quando la fortuna bussa alle porta è buona regola correre ad aprire, perché, non si sa mai, potrebbe stancarsi di aspettare e andare oltre. La tv, a sua volta, nelle case non bussa, perché di fatto la porta – basta un tocco di telecomando – è sempre aperta.E avviene allora che sia essa a venire incontro, senza scrupolo alcuno, alla fretta che quei numeri hanno di guadagnare la ribalta e cantare, se possibile, la loro vittoria. Non hanno fatto in tempo a uscire dall’urna ed ecco che irrompono e si fanno largo nella piazza mediatica che, a sua volta, non sembra aspettare altro, quasi a dimostrare che, tutto sommato, le notizie passano, ma i numeri restano.Non sono essi, forse, la massima espressione di realtà e concretezza? Sono i numeri che alla fine contano, si sente dire da ogni parte, e, in questi giorni, soprattutto in politica. Di fronte alla combinazione vincente – e al jolly, molto più che una ciliegina sulla torta – l’altra sequenza, quella delle notizie, finisce per sbiadire poiché le prospettive vengono a essere capovolte: i fatti, nella loro concretezza, diventano i numeri, uno in fila all’altro, una cinquina vincente che può cambiare – quella sì – davvero il corso della vita; e mentre le notizie quasi evaporano, avvolte dalla loro tragica o banale ripetitività. Quanto più il jackpot è alto, tanto più questa febbre (che era del sabato sera, ma ora spalmata anche sul martedì e sul giovedì) si fa sentire e sbaraglia il campo. Allora, come in questi giorni, va in onda, in un irresistibile crescendo di frenesia, l’attesa della combinazione vincente. E allora affrettarsi a dare i numeri, e "inseguirli" fino a che non si lascino addomesticare dalla sorte, può assolvere anche alla funzione – non sempre inconsapevole – di bilanciare il sapore (il valore?) troppo brusco di molti, troppi accadimenti. In fondo quella striscia che scorre in basso è come un post-it che attira l’attenzione sul fatto che dietro l’angolo, anche il più buio, può sempre nascondersi la speranza, e non importa se, nel caso, si trova a essere derubricata a mero colpo di fortuna. Sono tempi in cui si bada poco alla differenza di spessore o di significato. E non v’è dubbio che la piazza mediatica, affollata essa stessa di ricchi premi e cotillon, faccia di tutto per convincere anche quella reale, che non è bene far saltare anche un solo giro alla «ruota della fortuna»: si rischierebbe di aggiungere ancora un dramma ai tanti che scorrono a schermo pieno, e dai quali la speranza stenta, spesso, a venir fuori. Salvo a darle il connotato che la brusca irruzione tra le notizie si affretta a suggerire: la speranza non è altro che una ben riuscita sequenza di numeri, con un jolly per complemento. La vera notizia è in fondo e in basso sullo schermo, un vero editoriale non costruito sulle parole – verba volant – ma proprio per questo più incisivo e convincente.Gli avvenimenti scorrono, ma la giostra dei numeri, nel momento in cui ha preso a girare, sbarazza via la concorrenza. E dopo la declamazione a voce dei "numeri fortunati", la combinazione vincente rimane in video, perché ognuno possa prendere nota, con comodo, della propria sorte. E quella striscia diventa, così, un logo: un po’ volgare e anche fastidioso. Ma andare per il sottile, no: non è proprio tempo.«…E ora riprendiamo con le notizie».
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