In occasione dell’8 marzo, Giornata internazionale della donna, voglio celebrare i progressi che abbiamo fatto negli ultimi decenni per raggiungere la parità di genere. Personalmente ritengo che l’Europa sia un 'buon posto' per le donne, ma dobbiamo impegnarci molto perché rimanga tale e diventi ancora migliore. Il nostro obiettivo per i prossimi anni deve essere l’eliminazione della disuguaglianza di genere: nessuna donna, in Europa, dovrà più dubitare di avere le stesse opportunità di un uomo. Questo non significa rendere tutti uguali, ma garantire che uomini e donne abbiano le stesse opportunità, gli stessi diritti e le stesse libertà. Nove europei su dieci pensano che la parità tra uomo e donna sia un valore fondamentale per una società più equa. Due terzi degli europei ritengono che nel loro Paese la disuguaglianza di genere sia diminuita rispetto a una decina di anni fa. In effetti possiamo essere fieri dei progressi compiuti dall’Europa nel corso degli ultimi decenni: i modelli sociali sono evoluti, oggi le donne sono molto presenti sul mercato del lavoro e possono essere indipendenti dal punto di vista economico. Mi fa piacere anche constatare che gli uomini vogliono partecipare di più ad attività a lungo considerate 'per sole donne'. I giovani papà sono contenti di poter prendere un congedo parentale, cosa che, in genere, i loro padri non avrebbero mai neppur preso in considerazione. Le disuguaglianze, però, rimangono. Circa tre europei su cinque ritengono che le disparità tra uomini e donne siano ancora diffuse nel proprio Paese. In Italia la pensa così il 75% degli intervistati. Sono d’accordo con i miei concittadini europei: la piena parità di genere non è stata raggiunta, c’è ancora molto da fare per garantire che le donne abbiano le stesse opportunità e lo stesso riconoscimento degli uomini. Le donne dovrebbero poter partecipare a tutti gli aspetti della società tanto quanto gli uomini, anche occupando posti di responsabilità nelle imprese o nel settore pubblico. Il tasso di occupazione femminile attualmente è del 62,5% contro il 74,3% di occupazione maschile. Le giovani donne incontrano ancora più difficoltà dei loro coetanei uomini ad accedere al mercato del lavoro, eppure l’economia europea ha bisogno di tutto il potenziale e il talento che le donne possono offrire. Questo talento non deve andare sprecato. Inoltre, le donne sono ancora pagate mediamente il 16% in meno degli uomini per lo stesso lavoro. In Italia il gap medio tra uno stipendio femminile e quello maschile è del 7.3%. È più facile che accettino lavori part-time o che abbandonino del tutto la carriera per prendersi cura dei figli o di un genitore malato. Questa disuguaglianza si riflette anche sul livello delle pensioni: quelle delle donne sono in media del 39% più basse di quelle degli uomini. Il 'tetto di cristallo' non è scomparso: le donne in posizioni manageriali sono ancora troppo poche. Oggi rappresentano in media il 20,2% dei membri dei consigli di amministrazione nelle società più grandi e solo il 3% diventa amministratore delegato. Gli unici Paesi nei quali sono stati fatti dei progressi sono quelli che hanno adottato misure legislative in materia. Anche i Parlamenti nazionali non lasciano abbastanza spazio alle donne, visto che gli uomini occupano ancora più di due terzi dei seggi. Infine, ci tengo a sottolineare il fenomeno più preoccupante: la violenza sulle donne. Nell’Unione Europea una donna su tre subisce una violenza fisica o sessuale nel corso della sua vita. Questo è assolutamente inaccettabile. In qualità di Commissaria europea per la Giustizia, i consumatori e la parità di genere, considero l’uguaglianza tra donne e uomini una priorità. Nei prossimi mesi promuoverò iniziative pensate per facilitare l’accesso delle donne al mercato del lavoro e ai posti di più alto livello. La Commissione europea insisterà anche perché siano sviluppati servizi adeguati di assistenza all’infanzia e doposcuola e perché venga fornito un sostegno alle donne e agli uomini che si prendono cura di persone a carico. Per quanto riguarda la violenza sulle donne, continueremo a combatterla con determinazione adottando misure concrete. Perché la parità di genere diventi una realtà dobbiamo superare le ultime difficoltà. Sono determinata ad affrontarle puntando a risultati concreti.
*Commissaria europea per la Giustizia, i consumatori e la parità di genere