mercoledì 29 luglio 2009
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I contenuti saranno a prova di errore. Controllati e corretti fino allo spasimo. Niente pubblicità, tanto educational, grande divertimento. Colori, suoni e buoni sentimenti, per interpretare i quali scenderà in campo il fior fiore dei cartoni e dei muppets. Canzoncine orecchiabili e grafica d’impatto ma senza aggressività. Pare di vederla l’allegra brigata di cagnolini, orsetti, topini e ranocchi che, tra qualche giorno – quando anche le baby sitter più amorevoli saranno in vacanza – intratterrà neonati, bebè non ancora svezzati e piccini con pannolone grazie a Baby Tv, un nuovo canale di Sky. Zona iperprotetta, fanno sapere quelli di Fox – sventolando un progetto editoriale siglato da esperti internazionali – stupiti che qualcuno possa eccepire, anzi protestare. E rifiutare l’idea che si voglia fare dei neonati un pubblico televisivo. Perché da qualsiasi parte la si guardi l’operazione della televisione rivolta ai bambini da zero a tre anni è davvero di basso profilo. Che cosa se non un reclutamento precoce di chi va accompagnato e allenato a diventare un telespettatore paziente e un consumatore onnivoro? Non occorre avere titoli internazionali per elencare le controindicazioni e i danni veri e propri che la tv può arrecare ai bambini, ancorché piccolissimi. A cominciare dall’immobilità forzata che si incoraggia, dalla fascinazione del piccolo schermo luminoso che manda letteralmente in trance i bebè, ma ancor di più dalla mancanza di esperienze che salta all’occhio in questo gioco a una direzione. Non ci incantano coloro che insistono sulla precocità delle sollecitazioni televisive e che la ritengono utile e anzi indispensabile a forgiare la prontezza dell’intelligenza.Alla tv, come da tempo suggeriscono altri esperti, che hanno a cuore la vita e i destini dell’infanzia, non interessa essere utile, perché i suoi scopi non sono mai educativi. E i bambini, fragili e drammaticamente esposti nel corpo e nella mente davanti a un mezzo così potente, hanno tutto da perdere. La tv, soprattutto quella a pagamento, se ne infischia del bambino competente e della sua educazione. A lei importano di gran lunga gli obiettivi commerciali; e se si comincia presto si hanno maggiori garanzie di raggiungerli: una volta cresciuto quel bambino appiccicato al video fin dai primi giorni di vita, adorerà il video come il dolce latte di mamma. E avrà ottime chances di diventare il telespettatore che ogni tv, prepotente e tirannica, sogna. Un pezzo di target. Disposto a farsi comprare e vendere dagli inserzionisti pubblicitari. Che non ci si possa sentire baciati dalla fortuna perché Sky apre un canale per neonati dovrebbe essere chiaro a tutti i genitori: i neonati non hanno bisogno di intrattenimento, ma di calore umano, parole dolci, attività, aria fresca e buona. Riposo. È la compagnia delle persone vere che li arricchirà e sono le esperienze vere quelle che li faranno crescere forti e robusti nel cuore e nella testa. Quanto alla tv: meglio per i bambini restarne distaccati finché c’è il pericolo di rimanerne stregati per sempre, finché non si è in grado di maneggiare quell’oggetto di potere che è il telecomando. Ci perdonino quelli di Sky se non riusciamo a gioire per uno strumento – per giunta a pagamento – che nuocerà gravemente alla salute dell’Italia in culla. Insieme al danno, la beffa è troppo.
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