Caro direttore,
è giunto da Venezia l’ennesimo grido di 'sora nostra Madre Terra'. Un’eccezionale marea ha provocato danni ancora incalcolabili sin dentro l’inondata Basilica di San Marco. Allagamento che ha solo cinque precedenti simili: sei inondazioni in 1.200 anni di storia, di cui tre negli ultimi venti anni, l’ultima meno di un anno fa.
Una realtà e una tendenza che impongono un esame di coscienza. Non possiamo continuare a ignorare le richieste di aiuto del nostro pianeta e a non vedere come con una mano l’uomo stia contribuendo a distruggere le meraviglie costruite con l’altra. I giovani pretendono un futuro lontano dall’attuale modello economico centrato sull’arricchimento e non curante della sostenibilità. «Chi cerca rimedi economici a problemi economici è su falsa strada. Il problema economico è l’aspetto e la conseguenza di un più ampio problema spirituale e morale». Lo diceva già settant’anni fa uno dei fondatori della Repubblica italiana, Luigi Einaudi.
Ancor prima, oltre un secolo fa, Camillo Olivetti fondava un’impresa che avrebbe saputo unire innovazione e responsabilità sociale, profitto e attenzione al territorio. La lezione di uomini come Einaudi, Camillo e Adriano Olivetti fa parte di quella cultura tutta italiana che proviene da lontano e che è incardinata nei valori fondamentali del carisma francescano: l’amore per l’uomo, la cura del Creato, un’economia dal volto buono cioè serva e non padrona.
La sfida di una Italia Green è già stata raccolta dai giovani imprenditori italiani. Lo dimostra l’ultimo studio di Fondazione Symbola e Unioncamere: dal 2015 al 2018 oltre 432mila imprese italiane hanno investito in tecnologia green, quasi una su tre. E, non a caso, un’importante spinta viene impressa dagli imprenditori più giovani: tra le imprese guidate da under 35, una su due investe nello sviluppo sostenibile. Come dice il 'Manifesto per un’economia a misura d’uomo contro la crisi climatica', iniziativa del Sacro Convento di Assisi e della Fondazione Symbola, affrontare con coraggio la crisi climatica può essere l’occasione per mettere in movimento il nostro Paese in nome di un futuro comune e migliore, sul modello di quell’«economia circolare» e di quell’«ecologia integrale» – richiamate da papa Francesco nell’enciclica Laudato si’ – che a noi piace chiamare «economia francescana» e che ha le sue radici nei monti di pietà e nei monti frumentari, le prime banche al mondo.
Il Manifesto è già stato firmato da quasi mille esponenti del mondo economico, sociale e culturale (si può sottoscriverlo sul sito www.symbola.net) e le adesioni continueranno in preparazione dell’evento che si terrà il 24 e 25 gennaio 2020 al Sacro Convento di Assisi: il nostro Sinodo su comunicazione e ambiente. È un’iniziativa tesa a creare un movimento fatto da persone di buona volontà, impegnate nella società e nella cultura, e che vogliono mettere i valori davanti al profitto e restituire così all’economia un ruolo di madre e non di matrigna.
Ofm conv, direttore Sala Stampa del Sacro Convento di Assisi