Ansa
Caro direttore
ho letto con molto interesse l’articolo di Paolo Viana intitolato «Lo studio. Covid-19 meno letale quando fa caldo. Il 40° parallelo come Grande muraglia», pubblicato su 'Avvenire' del 21 maggio scorso. Il motivo per cui i virus compaiono in autunno e inverno e scompaiono in primavera ed estate è largamente discusso dagli scienziati a livello mondiale. Uno dei maggiori esperti, il professor Zhou Muzhi, docente alla Tokyo Keizai University e presidente del Cloud River Urban Research Institute, ha pubblicato poche settimane fa, il 26 febbraio 2020, un dettagliato studio in materia, riferendosi proprio a che cosa è successo con la Sars e a che cosa potrebbe accadere con il Covid. Riflettendo sul rapporto tra l’ozono e la diffusione di virus e batteri, il professore si domanda come mai la Sars, che ha imperversato dall’inverno 2002 alla primavera del 2003, è improvvisamente scomparsa tra maggio e giugno. La maggior parte dei virus dispersi nell’aria, come il virus dell’influenza, esplodono in autunno e in inverno e scompaiono nella stagione primaverile ed estiva. Sembra quasi che ci sia un’invisibile 'mano di Dio' che blocca la diffusione dei virus, cancella l’epidemia e salva le persone. Gli esperti, a livello mondiale, hanno fatto diversi studi per capire il perché di questo fenomeno. Gli esperimenti hanno dimostrato che i cambiamenti di temperatura non influiscono in modo significativo sui virus, anche se l’aumento di umidità può effettivamente determinare una crescita del tasso di mortalità. In questo contesto, il professor Zhang Yue ha sollevato l’ipotesi che l’ozono, con le sue capacità disinfettanti e germicide, possa essere decisivo. Si è scoperto, infatti, che la concentrazione di ozono cambia significativamente a seconda delle stagioni: è bassa in autunno e in inverno, ed è alta in primavera e in estate. L’ozono allontana le epidemie via via che la sua concentrazione aumenta con l’arrivo delle stagioni più calde. Se l’ipotesi è esatta, l’epidemia causata dal nuovo coronavirus, al pari della Sars e dell’influenza, dovrebbe svanire in coincidenza con l’aumento della concentrazione di ozono nel corso della stagione estiva. In ogni caso – ha affermato il professor Muzhi – per più di 100 anni l’ozono, considerato un 'killer' naturale dei virus, è stato ampiamente utilizzato per la disinfezione, sterilizzazione, deodorizzazione e disintossicazione, grazie alla sua forte capacità ossidante. «Per tale motivo – ha sottolineato il professore – l’ozono dovrebbe essere adottato come arma nella lotta globale contro il virus Covid-19». Grazie dell’attenzione e complimenti per l’ottimo lavora di informazione che svolgete.
Antonio Gaspari
Gentile collega Gaspari, seguiamo tutti con interesse il dibattito sull’ossigeno- ozonoterapia. Sulla sua efficacia nella lotta al Covid 19 sono in corso delle sperimentazioni, delle quali ha dato notizia 'Avvenire' del 31 marzo 2020, ma non sono noti i risultati. Se si eccettuano studi cinesi in corso di pubblicazione e ricerche promosse dalla 'Società scientifica sulla terapia con ossigeno e ozono' (Sioot), non disponiamo di dati certi, pubblicati su riviste scientifiche accreditate: molte news e interviste, certo, ma con riferimenti talora non verificabili. Come ha riconosciuto l’Istituto Superiore di Sanità, è stata dimostrata l’efficacia dell’ozono nell’uccidere il virus Sars in cellule di scimmia e singoli pazienti affetti da broncopolmonite hanno ricevuto giovamento dal trattamento con ossigeno e ozono. Sono segnali interessanti, ma, per le caratteristiche stesse del virus, che può essere sconfitto autonomamente dall’organismo, è impossibile stabilire l’efficacia di una soluzione innovativa senza una sperimentazione clinica su larga scala. Ciò detto, alla scienza spetta dare certezze e alla stampa farle conoscere. Oggi più di ieri, le informazioni giornalistiche hanno una ricaduta nella vita delle persone; prova ne sia che negli Usa, dopo aver appreso da Internet la 'funzione igienica' dell’ipoclorito di sodio, alcune persone sono finite all’ospedale per aver bevuto candeggina nell’intento di proteggersi dal coronavirus. Nel cercare di diffondere solo notizie accertate, in questi mesi ci siamo orientati a pubblicare ricerche – come quelle che trova nell’articolo citato e in quello successivo sull’efficacia dei raggi UV – che provenissero da Università e Istituti di ricerca accreditati a livello mondiale e fossero sottoposte al vaglio delle riviste scientifiche più prestigiose. Ci pare il 'minimo sindacale' della deontologia professionale ed è il valore aggiunto che offre un quotidiano come il nostro. Attendiamo quindi le evidenze scientifiche che consentano di considerare l’ossigeno-ozono tra le terapie vincenti contro il Covid 19.