Ho sempre tentato di far capire ai giovani e adulti che la droga è un 'boia' che li lega a un ceppo e poi li ammazza. Mi sento spesso rispondere che esagero, che ognuno sa dove può arrivare con il consumo. I giovanissimi si sentono esperti, conoscitori degli effetti delle diverse sostanze, in grado di smettere quando vogliono. Illusioni, la droga non si comanda, la dipendenza soggioga. La mancanza della sostanza è stata paragonata a un 'lutto', un vuoto della psiche che fa paura. Per questo si torna a consumare. E la dipendenza non si risolve facilmente: occorrono tempo, rieducazione della mente, insomma terapie mirate. Alcuni, però, sostengono che non si debba più parlare di droga e di tutto ciò che comporta. Perché informare significherebbe incentivare nei ragazzi e giovani l’interesse e persino voglia di provare, in barba alle 'prediche' degli adulti. È bene precisare che la maggior parte dei giovani viene a contatto con le sostanze stupefacenti molto prima di essere informata sui terribili guasti che provoca. Sono però del parere che occorra parlare ai giovani di droga senza minimizzare i danni: personali, familiari e sociali. In questo ultimo secolo, diverse ricerche scientifiche hanno portato a concentrare il principio attivo di sostanze presenti in natura, ottenendo eroina, cocaina, sostanze allucinogene. Droghe che furono progettate per ottenere effetti dirompenti nel consumatore. La stessa marijuana viene ormai coltivata con semi scelti e manipolati per avere un principio attivo elevatissimo. Ciò comporta una dipendenza psichica più forte e forme più gravi di scompenso psicologico e psichiatrico.Le droghe non sono solo divenute sintetiche, forti, capaci di modificare profondamente la parte funzionale dell’io, ma si è anche diffusa l’idea che l’eroina perda il suo potere distruttivo se viene inalata. Una pratica già presente da tempo in Oriente e adottata dai soldati statunitensi durante la guerra del Vietnam, sotto la poetica immagine del chasing the dragon, che consiste nell’aspirare le volute di fumo (simili alla coda del drago) che si liberano dalla combustione di un pizzico di polvere d’eroina posta su un sottile foglio metallico. Incontro purtroppo spesso ragazzi che non si sentono più tossicodipendenti perché non si 'bucano', non hanno mai fatto uso della 'spada' per iniettarsi la 'roba'. Sono però dipendenti dall’eroina, accusano crisi d’astinenza e le dinamiche d’assuefazione tipiche. Nei Paesi produttori del Sud d’America, i giovani, che non possono comperare la cocaina pura, hanno scoperto di poter fumare la pasta di coca, detta anche 'basa' o 'basuko', ottenuta dalla macerazione delle foglie di coca con kerosene, acido solforico, tabacco e marijuana. Negli Usa, invece, si è via via imposto il temibile crack. La cocaina da sniffo viene fatta bollire in acqua e bicarbonato (ammoniaca), ricavandone al raffreddamento una specie di torta biancastra friabile che viene frammentata in una serie di pezzetti di 50-00 mg l’uno, venduti in scatolette o fialette. Messi in una pipa di vetro, scaldata alla base con un comune accendino scoppiettano (da ciò il nome crack) e possono essere fumati. I 'vantaggi' – che spiegano l’enorme diffusione anche in Italia – sono tre: il prodotto è subito disponibile; il costo è minore rispetto alla cocaina; l’effetto è molto forte e immediato, perché il principio attivo è subito assorbito dal cervello. I danni cerebrali sono gravi. A cominciare dalla sindrome dissociativa dell’io o schizofrenia. Negli ultimi anni il modo d’assumere le sostanze stupefacenti ha insomma subìto cambiamenti, ma non per questo le droghe sono ora meno pericolose. Si tende a fumarle. Mentre le pastiglie di ecstasy, gli allucinogeni e le anfetamine vengono assunti per via orale. Queste ultime droghe provocano uno stordimento associato, talvolta, ad allucinazioni e a episodi scompensativi psichici e psichiatrici, anche irreversibili. Non lasciamoci convincere da chi vuol farci credere che solo la droga iniettata è pericolosa alla salute. Si dice che, con i nuovi modi d’assunzione, viene meno la crisi d’astinenza. Non è vero: tutte le droghe producono una modificazione neuropsichica e quindi anche sintomi di malessere che esigono nuove dosi. Oggi è il 26 giugno, giornata mondiale contro la droga, e attraverso le pagine del nostro quotidiano, uno dei pochi che parla ancora di questo immenso dramma, voglio tornare a gridare che la droga è un killer spietato. Anche quando la si riduce a una 'coda di rospo' o a una scia di fumo.