La Chiesa è ancora immersa nel festoso ricordo di quella che, fino ad oggi, è stata forse la Giornata mondiale della Gioventù di maggiore incisività. La Gmg porta i vescovi vicini ai loro giovani. Nel caso di Rio, molti hanno fatto il viaggio insieme. Nel 2013, come forse mai in passato, avranno anche ascoltato le paure dei giovani: paura della disoccupazione, paura della possibile inutilità della loro istruzione, paura dell’esclusione sociale. A maggio, il primate di Spagna, monsignor Braulio Rodriguez, arcivescovo di Toledo, è apparso sulle prime pagine dei giornali con il suo accorato appello ai leader politici della Spagna e ai capi di governo della Ue per affrontare con la massima urgenza il problema della disoccupazione giovanile. Nella regione della Spagna centrale in cui vive l’arcivescovo (Castiglia-La Mancia), la disoccupazione si attesta al 31%, mentre il dato riguardante i giovani al di sotto dei 25 anni di età tocca addirittura il 64%. La preoccupazione dell’arcivescovo è da tempo una questione urgente per i vescovi della Ue (Comece). Il cardinale Reinhard Marx, in un articolo di ampio respiro su giustizia, solidarietà e responsabilità sociale in Europa, pubblicato questa estate, ha rievocato i principi della giustizia sociale definiti sin dal 1776 da Adam Smith per denunciare i danni sociali collaterali della disoccupazione giovanile. Il cardinale Marx, presidente della Comece, e i colleghi vescovi erano già dell’opinione, lo scorso novembre, che la Segreteria della Comece dovesse organizzare, unitamente ad altri partner e anche con il coinvolgimento del Parlamento europeo, una conferenza sull’occupazione e sulla difficile situazione dei giovani in Europa, come tematica da affrontare con grande urgenza. Dopo mesi di approfondite preparazioni e consultazioni, tale conferenza si svolge oggi presso il Parlamento europeo, a Bruxelles. Il coinvolgimento e l’impegno della Chiesa nell’istruzione fa parte di un’orgogliosa e storica tradizione. La nostra conferenza nasce dalla convinzione che l’istruzione rappresenti un elemento chiave contro la crisi della disoccupazione giovanile. Il suo obiettivo più immediato è dare ai giovani le capacità per assumere un ruolo più attivo e consapevole nel plasmare il loro destino. La Comece e i suoi partner – Rete Juventutis (Rete Cattolica dei Giovani in Europa), Don Bosco International e Fondazione Konrad Adenauer –, con il sostegno attivo degli europarlamentari Patrizia Toia (Gruppo dei Socialisti e dei Democratici) e Thomas Mann (Partito popolare europeo), puntano a parlare direttamente ai decisori delle istituzioni Ue per conto dei giovani d’Europa. La conferenza intende esaminare come le quattro celebrate libertà di circolazione (di capitali, servizi, merci e persone) incidono sulle vite dei giovani. Punta a far luce su come la divisione Nord-Sud post-2008 abbia creato nuovi modelli di migrazione giovanile (all’interno dell’Ue, ma anche oltre le sue frontiere) con la conseguente "fuga di cervelli" e la perdita giorno dopo giorno di giovani di talento da comunità, regioni e Paesi. L’obiettivo dei vescovi è e sarà quello di spingere i responsabili politici della Ue a considerare un approccio intersettoriale in tema di coinvolgimento attivo dei giovani, invitando tali responsabili politici a esaminare e impegnarsi su tutto ciò che consentirà ai giovani di costituire parte attiva della società, che conferirà loro le capacità per trovare collocazione nel mercato del lavoro e, naturalmente, anche per apportare un contributo attivo, sicuro e di valore aggiunto a tutta la società nel suo insieme. La Chiesa è custode di un tesoro di saggezza intergenerazionale, non ultimo nel campo dell’insegnamento sociale (frutto di duemila anni di esperienza pastorale) e dell’istruzione. La conferenza Comece presso il Parlamento europeo punta ad attingere da questo tesoro per poter affrontare uno dei problemi oggi più radicati, realmente scandalosi e potenzialmente esplosivi, della Ue.