Nessuno sa ancora bene come saranno le televisioni e i cinema del futuro. Per alcuni «futurologi», guarderemo film e programmi attraverso occhiali-schermi stile Google Glass, soprattutto quando saremo in movimento. Quando invece saremo a casa, vedremo le immagini sulle pareti stesse delle stanze, che saranno dipinte con una speciale vernice composta anche da microscopici led in grado di trasformare muri e oggetti in schermi video.Qualunque sarà il futuro, come si usa dire banalizzando un po’, è già iniziato. Non solo perché le innovazioni tecnologiche nascono a ritmo frenetico, ma anche – e soprattutto – perché la spinta sempre più forte che arriva da internet sta cambiando e cambierà ancora di più i nostri stili di vita.Nonostante il ruolo importantissimo e per certi versi eroico che continuano ad avere in Italia le sale parrocchiali, i cinema si stanno riducendo sempre di più come numero, lasciando di fatto il mercato ai multisala che offrono una scelta più ampia, ma sono sempre più distanti dalle nostre case e mirano a ospitare soprattutto film di cassetta.C’è dunque, non solo in Italia, un’ampia domanda di cinema che chiede di essere soddisfatta a cifre ragionevoli e con meccanismi facili. Il più semplice, al momento, è quello di usare la Rete per distribuire film.Sul fronte televisivo, invece, la contrazione del mercato pubblicitario, l’aumento del numero di canali e l’elevato costo delle produzioni, sta lentamente spingendo l’offerta verso un modello diverso che sfrutterà (anche in questo segmento) sempre di più internet. La cosiddetta televisione «di flusso» alla quale siamo abituati, dove i programmi si susseguono a orari diversi nel corso della giornata, resterà per alcuni grandi canali generalisti, quelli di sole notizie e alcuni «specializzati». Tutti gli altri, piano piano, saranno messi in crisi dai nuovi servizi già nati o che stanno nascendo, i quali offrono attraverso la Rete serie complete di telefilm, pellicole cinematografiche, documentari e programmi specifici.Le forze che spingono in questa direzione sono imponenti. In campo, solo per guardare in casa nostra, sono già scesi Apple, Telecom, Sky e Mediaset. Da ieri è arrivata anche Google Play. Attraverso il suo negozio online, che già ora offre applicazioni per telefonini e giochi, il colosso americano venderà e noleggerà film. E nel 2014 sarà la volta di Netfix, la piattaforma Usa che offre pellicole e programmi tv e negli States ha già conquistato 30 milioni di abbonati e ottenuto premi con produzioni esclusive.La presenza in questa partita di Apple e Google, cioè due dei più grandi colossi tecnologici del mondo, basterebbe già da sola a indicarci la sua portata sulle vite di tutti. Ma il business è molto più ampio. E solo per restare nel nostro Paese, ha già coinvolto anche i maggiori produttori televisivi privati (Sky e Mediaset) e il più importante operatore di servizi internet (Telecom).Insomma, il segnale sembra chiaro: noi pubblico dovremo imparare sempre di più a scegliere e facendolo avremo la comodità di poterci vedere film di cassetta o impegnati, cartoni animati o drammi, intere serie televisive nel giro di poche ore o solo i documentari che preferiamo. Saremo, forse, più liberi. Ma dovremo pagare tutti. E chi meno ha, meno contenuti avrà a disposizione. Anche per questo abbiamo e avremo bisogno ancora a lungo di una televisione generalista di qualità. Nonostante i suoi difetti. Nonostante la sua età. Nonostante il potere sempre più forte di internet.