Ansa
Gentile direttore,
seguo ininterrottamente i bollettini diramati dal Governo italiano sull’andamento epidemiologico del virus Covid– 19 da quando sono cominciati nel febbraio di quest’anno. Riflettendo e ragionando su ripetute operazioni di semplice calcolo aritmetico riguardo i dati numerici ivi riportati, sono giunto a concludere che il dato fornito dalla gran maggioranza dei più diffusi quotidiani nazionali italiani, tra i quali il giornale da lei diretto, sul numero dei nuovi contagi giornalieri è errato. I bollettini governativi giornalieri, comunicati “on line”, sono suddivisi in quattro voci: le prime tre sono “Attuali Positivi”, “Dimessi/Guariti”, “Deceduti”; la quarta – “Totale casi” – è riassuntiva e corrisponde alla somma delle prime tre. Ebbene, sono convinto che il numero dei nuovi contagi giornalieri (rilevati sulla base dei tamponi effettuati e a essi relativo) è riportato in modo non esatto bensì aumentato rispetto alla realtà. La causa di questo errore ritengo derivi dalla lettura superficiale del bollettino informativo: infatti si scambia il numero della voce “Totale casi”, che è la somma dei tre numeri riferiti agli aggiornamenti giornalieri delle voci “Attuali Positivi” + “Dimessi/Guariti” + “Deceduti”, col numero effettivo dell’aumento giornaliero dei nuovi contagi, desumibile dalla variazione della sola voce Attuali Positivi. Quanto sopra detto si evince, per esempio, dalla lettura di due articoli a firma di Viviana Daloiso del 15 e 16 settembre a pagina 8 di “Avvenire”. Ambedue si riferiscono ai dati del giorno precedente, poiché i bollettini sono diffusi alle ore 18. Nel primo, riferito al dato di lunedì 14 settembre, si parla di «1.008 nuovi casi nelle ultime 24 ore» mentre in realtà i nuovi contagi erano 678; nel secondo, riferito al dato di martedì 15 settembre, si parla di «nuovi contagi: sono 1.229 in 24 ore (con oltre 80mila tamponi)» mentre in realtà erano 525. Debbo in conclusione dire, per correttezza scientifica e per onestà intellettuale, che posso aver sbagliato e, se così lei ritenesse, chiedo cortesemente di indicare dove sbaglio spiegandomene la ragione, aiutandomi nella correzione.
Roberto Romito Bari
Gentile signor Romito, mi spiace deluderla, ma purtroppo è la sua interpretazione dei dati forniti dal Bollettino quotidiano del Ministero della Salute a risultare erronea. Visto che il direttore mi affida la risposta, la ringrazio tuttavia per la sua obiezione, che permette di fare chiarezza una volta di più su come vanno interpretati i numeri relativi all’epidemia da coronavirus in Italia. Il dato che tutte le testate giornalistiche, compresa la nostra, riportano ogni giorno è quello dell’incremento di contagi da coronavirus rispetto al giorno precedente. Si tratta del numero di tamponi risultati positivi tra quelli effettuati dalle Regioni nello spazio delle 24 ore: nel caso della giornata che lei cita, il 14 settembre, era proprio 1.008. Quel giorno, per farla semplice, 1.008 persone nuove sono state contagiate dal coronavirus. È importante saperlo, e non a caso proprio su quel parametro si misura l’andamento della curva epidemiologica: il dato offre il polso di quanto il virus è in grado di diffondersi quotidianamente. Ogni giorno, poi, quel numero concorre a definire la cifra dei “casi totali” registrati da inizio epidemia, che comprende i contagiati, i guariti e i deceduti: per rimanere ancora al 14 settembre, risultavano 288.761 (oggi hanno superato ampiamente i 300mila). Diverso il discorso per il dato relativo agli “attualmente positivi”, cioè alle persone che risultano contagiate da Sars–Cov–2: questo numero, sì, viene ottenuto attraverso un calcolo, e cioè togliendo all’incremento dei contagi giornalieri il dato dei morti e dei guariti di giornata. Ecco allora che ai 1.008 casi di quel 14 settembre sono stati sottratti i 14 decessi registrati quel giorno e i 316 guariti: di qui l’incremento degli “attualmente positivi”, che quel giorno era risultato di 678 persone, per un totale di 39.187 (oggi siamo tornati sopra quota 50mila). Un dato che non parla dell’andamento della curva o della contagiosità del virus, ma che fotografa semplicemente la porzione di popolazione infetta. Nessun errore, dunque, stia tranquillo su questo punto. Il Bollettino, se letto correttamente, è anzi uno strumento utile e oggettivo per capire quello che sta succedendo, al netto degli allarmismi e dei riduzionismi che finora hanno saputo solo diffondere un virus persino peggiore del Sars–Cov–2: quello della disinformazione.