Vatican Media
Caro direttore,
nelle sue citazioni di autori letti e citati da Papa Francesco ha dimenticato uno scrittore 'religioso' molto amato dal Papa, conservato nella sua biblioteca anche in Argentina: don Alessandro Pronzato, recentemente scomparso. Il suo libro 'Vangeli scomodi' è stato addirittura donato dal Papa a Fidel Castro. Solo per far rilevare che gli intellettuali snobbano spesso autori religiosi, anche di notevole valore.
Ettore Perazzo
Gentile lettore, grazie per l’attenzione riservata al mio pezzo sulle citazioni letterarie nei discorsi, nelle interviste e nei documenti magisteriali di papa Francesco. Rispondo volentieri - su invito del direttore - alla questione che lei pone. E lo faccio partendo da una sottolineatura: in quell’articolo mi sono concentrato, come ho appena ricordato, sulle citazioni letterarie. Ho cioè volutamente ristretto il campo a poeti e narratori, perché ben altro spazio occorrerebbe per dar conto di tutte le letture del Pontefice. Dunque, vorrei rassicurarla. Nessuna conventio ad excludendum, figuriamoci proprio su 'Avvenire', né tanto meno nessuno snobismo nei confronti di autori religiosi come don Alessandro Pronzato. Nell’elenco di grandi autori del mio pezzo non figurano, infatti, neanche apprezzati teologi (il cardinale Walter Kasper, ad esempio) sicuramente molto stimati dal Papa. E se si fa riferimento ad Agostino e Ignazio di Loyola è solo per istituire un termine di paragone con le letture in qualche modo 'normali' di Francesco. Ciò che invece 'scomoda' in lui - uso, non a caso, la metafora di don Pronzato - è proprio il suo andare oltre il consueto perimetro, quindi 'in uscita' anche in questo caso. Come ho cercato di spiegare, il Papa lo fa non certo per un gioco letterario o per sfoggio di cultura, ma perché in quelle citazioni c’è uno spicchio originale e fedele del suo magistero.