giovedì 5 febbraio 2009
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Pubblichiamo, in esclusiva, la lettera scritta dal fratello di Terri Schiavo, la donna in stato vegetativo lasciata morire di fame e di sete negli Stati Uniti nel 2005. Siamo angosciati dalle ultime, tragiche notizie su Eluana, di cui abbiamo seguito la vicenda sempre e da vicino. In questo momento ci sentiamo più che mai di dire che chiunque sostenga che la sua morte sarà «serena», che non soffrirà, sta mentendo.Ciò che è successo alla nostra amata Terri durante la lenta e inimmaginabile agonia che l’ha portata a morire di fame e di sete è qualcosa che nessuno, mai, in nessun posto, dovrebbe sopportare. E nessuna famiglia dovrebbe mai assistere a un simile scempio. La morte della nostra Terri, la sua terribile sofferenza, si sono come "attaccate" ai nostri occhi, ai nostri cuori, e non ci abbandoneranno mai. Ed è proprio per la disumana natura di una morte così, per disidratazione, che quando a Terri sono stati tolti cibo e acqua è stato fatto a porte chiuse, nel segreto, senza che nessuno potesse vedere cosa le stava accadendo, in che modo orribile la si "lasciava morire". Lo stesso avviene ora con Eluana: nessuno la vede, nessuno può vederla, vogliono che anche la sua sofferenza rimanga nascosta, lontano dagli occhi di chi potrebbe conoscerla. Se all’opinione pubblica americana fosse stato permesso di assistere alla tragica fine di Terri, le proteste e l’orrore della gente avrebbero invaso la Florida e il mondo intero. Ma ciò non è accaduto. In questo momento possiamo solo pregare affinché il padre e la madre di Eluana si rendano conto dell’indescrivibile dolore che attende la loro figlia – e che attende anche loro –, prima che sia troppo tardi.
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