venerdì 18 febbraio 2011
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Sulla (pre-sunta) apertura della Cassa-zione alle adozioni da parte dei single resta da sottolineare un aspetto niente affatto secondario. L’ennesimo tentativo di separare la genitorialità dal generare e il generare dalla complementarietà di una coppia. Si è "genitori", infatti, in quanto si "genera": i bambini sono figli non di una famiglia, ma di una coppia. Quelli procreati in maniera naturale, ma non meno quelli adottati. Alla base della nascita di un figlio o del suo accoglimento dall’esterno, infatti, c’è un amore, una condivisione fra due persone, una complementarietà, che è appunto ciò che genera poi il progetto di vita, il concepimento fisico o anche solo di apertura all’accoglienza di una vita proveniente da un’altra origine.Aprire in maniera programmatica (al di là delle giuste eccezioni) l’adozione alle persone sole recide invece questo legame essenziale e sposta l’asse dal generare all’educare. Non a caso, tra i vari commenti all’indomani della sentenza, c’era chi già decretava che «la capacità genitoriale non è il risultato di un rapporto di coppia, ma in primo luogo una capacità che emerge e sviluppa nella interazione con un bambino». Derivandone che il rapporto di coppia o, peggio, il matrimonio non danno alcuna garanzia, la condizione delle persone prescinde dalla loro capacità "genitoriale" e che quindi l’adozione andrebbe permessa ad ogni tipologia di persona: single, conviventi, etero od omosessuali, giovani o anziani.Per molti versi questa interpretazione ricorda ciò che sta avvenendo con le tecniche più spinte di fecondazione artificiale, con le quali si fanno nascere bambini da persone singole o da coppie omosessuali, con gameti acquistati e madri surrogate, esaudendo desideri più che realizzando progetti di vita. Generare un figlio – o ri-generarlo nell’adozione – è invece qualcosa di estremamente prezioso, da preservare e tenere ben distinto rispetto ad altre forme di rapporto, che rischiano di assomigliare più a partenogenesi e clonazioni di sé, che non al nascere di una nuova vita da un "noi", condiviso e vissuto fino a farsi esso stesso carne.Vorrei non essere frainteso e non ferire alcuno: ho perso mio padre quando ero ancora un bambino e penso che mia madre abbia cresciuto noi 5 figli da sola con un amore eccezionale. Non ho perciò dubbi sul fatto che anche i single possano avere grandi potenzialità educative, come dimostrano peraltro tanti casi concreti, pure di sacerdoti che hanno dedicato la vita a questo scopo. E così pure è ovvio che nessun genitore è automaticamente un buon educatore. Ma educare è una cosa, generare è un’altra.Se – attraverso una norma – si spezza il legame tra genitorialità e generazione, tra quest’ultima e la coppia femmina-maschio si aprono scenari davvero inquietanti per il futuro dell’uomo: figlio non più generato, ma proiezione ricreata, prodotta, assegnata.
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