Quasi due mesi di vacanza si sono spalancati davanti agli studenti. I ragazzi affrontano corrono verso questo appuntamento pieni di aspettative ed entusiasmo, i loro maggiori talvolta con preoccupazione. Due sono le tentazioni dei genitori, speculari nel loro praticarsi, ma assolutamente identiche nel mancare l’opportunità offerta dal tempo del riposo scolastico: la programmazione minuziosa di ogni singolo istante dei ragazzi o il loro totale abbandono all’ozio.Se ci guardiamo attorno le offerte in effetti non mancano: vacanze multisport, campeggi scout, settimane ecologiche, colonie comunali e parrocchiali, corsi di lingue all’estero sono in grado di riempire ogni spazio, da ora a settembre. Ma è di tutto questo che hanno bisogno i ragazzi? Non facciamoci prendere dall’horror vacui, lo stesso che di solito ci spinge a riempire le nostre agende all’inverosimile salvo poi lamentarci di non aver mai tempo per niente. I giovani (ma anche noi adulti) hanno l’opportunità durante le vacanze di poter sperimentare la libertà di organizzarsi, di prendere iniziativa autonoma, così come di non far niente per un po’. E siccome è impossibile non far niente, vuol dire almeno avere tempo per pensare, sdraiati su un’amaca sotto un albero o sul divano di casa, senza aver già tutto calcolato e preventivato.Sul versante opposto, i ragazzi non vanno completamente abbandonati a loro stessi, permettendo che si inebetiscano in attività ripetitive e ipnotizzanti, come i videogiochi. Il rischio che passino ore da soli, trascinandosi da uno schermo all’altro – tv, pc o telefono – e bruciando quasi inconsapevolmente il tempo, è sempre in agguato. Prede della noia, che denuncia un vuoto di pensiero prima che di attività, potrebbero seguire meccanicamente strade già battute, seppur insoddisfacenti per loro.Ecco allora che il nostro compito di adulti è quello non di imporre o programmare, ma proporre e suggerire avendo a cuore il modo in cui trascorreranno le lunghe giornate estive. Potremmo definirlo un prestito di energia da fare al ragazzo, perché si attivi la sua iniziativa e si dia una mossa nel reale. Lungi dal volerlo parcheggiare o sistemare, si tratta di aiutarlo a identificare occasioni che possano consolidare amicizie già note e aprirne di nuove, opportunità che allarghino gli orizzonti e gli interessi. Non c’è bisogno di andare lontano o spendere troppi soldi. Favoriamo innanzitutto i rapporti che già esistono, se andiamo via portiamo qualche loro amico con noi o affidiamo i nostri figli alla cura di altri adulti di fiducia. Nonni, famiglie amiche, educatori e insegnanti sono preziosi alleati in questo tempo in cui il cadere di ritmi prefissati e forme più rilassate di vita consentono di sperimentare un modo diverso di usare il corpo in rapporto con gli altri e la natura. È fuorviante concepire le vacanze come tempo libero rispetto al tempo della scuola per il semplice fatto che il tempo è sempre libero, anche quando siamo seduti in classe. Sta a noi di volta in volta occuparlo a nostro vantaggio, con lo studio o il riposo, con una passeggiata o una partita con gli amici, con la lettura di un buon libro o la visione di un film appassionante. In quest’ottica troveranno posto anche i compiti delle vacanze, spesso vissuti come un’inevitabile seccatura. Non si evade da niente in estate, semmai è l’occasione perché lo straordinario illumini il quotidiano, investendolo di gusto e passione. Sarà allora possibile ricominciare a settembre con baldanza ed entusiasmo, magari anche solo intravedendo nelle solite cose il riverbero della soddisfazione sperimentata in vacanza, evitando che la scontatezza riprenda il sopravvento.