Andrea Milzani Gottolengo (Bs)
Mi spiace, ma nella sua lettera c’è almeno un errore: infatti ha proprio sotto gli occhi un bel po’ di righe dedicate da un quotidiano alla nascita del suo Luca! E inizio, ovviamente, col rivolgere un caloroso augurio a tutta la sua famiglia, a partire da sua moglie, donna sicuramente di grande tempra, poi a lei, che non appare da meno, e ai quattro fratelli di Luca. Lei ha ragione a confrontare il lieto evento che vi ha coinvolti con gli episodi, alcuni dei quali quasi surreali, che la cronaca ci ha scodellato nei giorni scorsi. Grande storia, cronaca e anche varie amenità si mescolano e compongono un caleidoscopio variopinto rispetto al quale un bimbo che nasce, per chi guarda superficialmente, può apparire dettaglio insignificante, trascurabile: eppure noi sappiamo che non è affatto così. Siamo appena usciti dal tempo natalizio, che è tornato a ricordarci come proprio la nascita di un bimbo abbia rappresentato l’evento culminante dell’intera storia umana, perché in quel neonato si è manifestata la possibilità di salvezza per l’intero universo. E ogni bimbo che nasce è, agli occhi di chi crede, riverbero di quel gioioso annuncio sul quale merita imperniare la vita. Per questo avete ben ragione a essere orgogliosi e intransigenti: famiglie come la sua non hanno bisogno di finire sui rotocalchi per “parlare”: è la vostra stessa esistenza a trasmettere in modo incontrovertibile il messaggio che la vita vale per se stessa; che accoglierla e mettersi al suo servizio con generosità rende sereni e rafforza l’equilibrio, dà la capacità di superare le avversità, dona la sensibilità per scorgere il passo della Provvidenza nelle nostre giornate. Grazie davvero di cuore per l’«irriducibile garbo e l’irremovibile dolcezza».
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