Mancano percentuali importantissime – quelle della riduzione delle "dotazioni" ai Palazzi e del finanziamento ai partiti –, ma la direzione di marcia appare chiara. Meno auto blu (e con meno cavalli), meno voli di Stato, stop a vitalizi e benefici a gogò, obbligo di accorpare le tornate elettorali e, ultima ma non ultima, perequazione retributiva "europea" per tutte le cariche elettive... Mai più, insomma, spendaccione eccezioni italiane.Naturalmente tutto questo è ancora solo e soltanto sulla carta, quella intestata del Ministero dell’Economia retto da Giulio Tremonti. E, dunque, per realizzarsi, dovrà resistere e precisarsi, nero su bianco, attraverso molti passaggi preliminari, in sede governativa e parlamentare. Per qualcuno, in vena di polemiche, si tratterebbe solo del classico «topolino» (buone pratiche di risparmio) partorito dalla «montagna» (ovviamente il debito pubblico da controllare e smucchiare, ma anche la crescente attesa della gente di vedere finalmente che anche i "politici" fanno la loro parte di sacrifici). Ma il giudizio negativo appare ingeneroso.Quando ciò che sta scritto diventerà realtà, sarà un bel giorno per l’Italia. Il ricorso all’indicativo (sia pure con verbi moderatamente al futuro) e non al congiuntivo e al condizionale è assolutamente voluto. Sui tagli a questo scrutatissimo (e per nulla amato) capitolo di spesa – a pieno titolo parte del gran libro della «moralizzazione della politica» – non sono più ammesse pure ipotesi. È il momento di fatti e di atti convincenti. Perché nessuno può pensare di chiedere nuovi sforzi agli italiani senza dare per primo l’esempio. E nessuno può pensare a passi indietro rispetto agli obiettivi ormai indicati.Si accettano solo passi avanti.