Le occasionidi un cammino
Se non si sa dove andare, non è facile trovare la voglia e la forza di uscire e di mettersi in cammino. Se non si spera in qualcuno che ci attende e in un luogo dove approdare, è difficile buttarsi alle spalle abitudini e sicurezze e darsi un orizzonte nuovo. Se si pensa di avere capito tutto di se stessi, dell’umanità e persino di Dio, nulla inquieta, nulla attrae e tutto appare scontato. Compreso il posto nel mondo e il destino ultimo che ci spettano, comprese le “chiavi” del presente e del futuro.
Sono presunzioni e vuoti così comodi da inchiodarci davanti a una serie di tristi e rassicuranti porte chiuse. Così, al massimo, ci consentiamo quell’esercizio che papa Francesco chiama balconear, stiamo cioè al balcone delle vita, della Chiesa, della società. E questa può anche sembrarci una condizione felice e salva, mentre è povera, e qualche volta misera.
Già, abbiamo bisogno di sapere che misericordiosamente c’è sempre, davanti a noi, una porta aperta. E Francesco, che della misericordia fa il cuore del suo magistero, ha stabilito di offrirci uno straordinario anno di opportunità per trovarla e attraversarla. Noi di “Avvenire” gliene siamo grati, e abbiamo deciso di accompagnare l’Anno Santo con un dorso mensile intitolato, appunto, “
La Porta Aperta”. Vogliamo farne uno strumento capace di dare voce alla «Chiesa in uscita» che il Papa testimonia e che le nostre firme sanno vedere e interpretare. Buona lettura e buon cammino.