C’è la questione dell’immigrazione, con un’Unione Europea che sconta una forte crisi di identità. Ci sono le famiglie, specie monoreddito, che non ce la fanno ad arrivare a fine mese. E l’occupazione giovanile che non migliora.Insomma, di argomenti su cui presentare leggi in Parlamento ce ne sarebbero a sufficienza. Ma vuoi mettere la notorietà se – poniamo – un finora ignoto alle cronache deputato marchigiano del Pdl, invece di occuparsi, che so, dei problemi viari della sua bella Regione, presenta una legge costituzionale, che si propone, modificando l’articolo 1, di dare un colpo di spugna a tutto il delicato sistema costituzionale di poteri e contropoteri? E tutto questo per farsi bello, dando immediata traduzione di rango costituzionale allo sfogo del suo leader Berlusconi, quando si lamenta che il processo legislativo è troppo lento e farraginoso. E allora cosa fa lo zelante deputato Ceroni? Propone di modificare l’incipit della Carta, stabilendo la primazìa assoluta del Parlamento su tutto il resto. Come dire, insomma, chi ha vinto le elezioni fa quello che gli pare, incurante delle regole, delle leggi e dei controlli. Uno studioso di scienza della politica metterebbe questa proposta nella categoria disonorevole della 'dittatura della maggioranza'. Roba improponibile. Il guaio è che idee balzane e pericolose vengono prese sul serio. Da politici e giornalisti. Scoppia il caso mediatico. Lanci di agenzia, siti web intasati, microfoni e telecamere impazziti. E tutti lì obbligati a dichiarare, a commentare, a replicare, a smentire. Ceroni sorride sornione con l’aria di chi sa che l’ha sparata grossa, tra le pacche sulle spalle dei suoi compagni di squadra. È l’effimero antieroe di giornata. Il giorno prima è toccato a Lassini. E domani? Sotto a chi tocca, destra, sinistra o centro. Dilettanti allo sbaraglio. Purtroppo non siamo alla Corrida, ma in Parlamento. E non fanno proprio ridere.