La formula della santità non prevede strane alchimie o astrusi algoritmi. Si fonda su un concetto semplice: ogni uomo è fatto per Dio e si realizza davvero solo se si lascia amare da Lui. Detto in altre parole, è grande chi sa rinunciare a se stesso e la vera ricchezza consiste nel donarsi. Modi e stili, strade e percorsi sono diversi per ciascuno. C’è la via educativa, come per il vescovo di Vicenza Giovanni Antonio Farina. O l’umiltà rafforzata dalla preghiera di Nicola da Longobardi. C’è la straordinaria ordinarietà della carmelitana Eufrasia del Sacro Cuore e la testimonianza nella sofferenza del prossimo beato fratel Luigi della Consolata o del neo venerabile Luigi Rocchi, per 28 anni immobilizzato dalla malattia. Perché il Vangelo chiama ciascuno in modo differente e non esistono due modi uguali per rispondere lo stesso "Eccomi". Lo si capisce dalle biografie dei sette santi, del beato, degli otto venerabili "autorizzati" ieri da Papa Francesco. Tre di loro in realtà sono già stati canonizzati. Cioè santi a tutti gli effetti. Si tratta del primo vescovo del Quebec, Francesco de Laval, dell’orsolina francese Maria dell’Incarnazione e del missionario gesuita José de Anchieta, nato nelle Canarie ma brasiliano d’adozione. Non un percorso privilegiato, quello scelto per loro da Bergoglio, ma il riconoscimento di una santità ben radicata, fondata su un culto antico e alimentato da una costante fama di prodigi. Un itinerario che accomuna questi tre "apostoli del nuovo mondo", con José de Betancour e Kateri Tekakwhita, beatificati con loro il 22 giugno 1980 e già da tempo iscritti nel catalogo dei santi. Un vescovo, una consacrata, due religiosi e una laica. Figure anche molto differenti, ma ciascuna a suo modo insostituibile nell’impegno per l’evangelizzazione del continente americano. Che si tratti di Canada o Brasile poco importa. Ciascuno di loro si è consumato per la promozione di quelle terre e dei loro abitanti.Perché il Vangelo non si legge solamente, va vissuto. È ricamato nel cuore degli uomini, è melodioso come un inno a Maria scritto sulla sabbia del Brasile e che nessun nemico della fede ha potuto cancellare. L’autore, il gesuita José de Anchieta morto nel 1597 a 63 anni, da ieri è santo.