mercoledì 14 agosto 2013
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In Lombardia l’organizzazione del nuovo anno scolastico si preannuncia molto difficile, in conseguenza di una sentenza del Consiglio di Stato in merito al concorso per dirigenti scolastici espletato l’anno scorso. Una vicenda di cui ci eravamo occupati più volte su queste colonne esattamente un anno fa, in concomitanza con la sentenza del Tar che aveva bloccato l’immissione in ruolo dei 355 presidi risultati idonei in Lombardia (sentenza poi impugnata dal Ministero dell’Istruzione presso il Consiglio di Stato, che ora, appunto, si è pronunciato). Il Tar rispondeva così a un ricorso presentato da alcuni candidati "bocciati", i quali avevano sostenuto che alla correzione delle prove scritte non fosse stato garantito l’anonimato previsto dalla legge, poiché la carta delle buste con il cartoncino recante il nome del candidato (da abbinare alla relativa prova soltanto dopo la correzione) era troppo sottile e lasciava così intravedere l’identità dell’autore di ogni singola prova. Perciò l’anno scolastico era iniziato senza che i nuovi presidi potessero prendere servizio, con centinaia di scuole prive del loro dirigente.
Una situazione kafkiana, che ora sembra destinata a ripetersi: su 1.150 istituzioni scolastiche lombarde, 732 saranno quelle dotate di un dirigente titolare, mentre 418 posti – quelli che avrebbero dovuto essere in larga misura occupati dai 355 vincitori del concorso – dovranno essere coperti attraverso il meccanismo della "reggenza": cioè un preside "a mezzo servizio" su due o più scuole, magari organizzate ciascuna in diversi plessi.
Non si pensi che l’assenza del preside in una scuola sia cosa di poco conto. Quella del dirigente non è solo una posizione burocratica. Al contrario, nella scuola dell’autonomia è la dirigenza che detta, in armonia con gli organi collegiali, gli indirizzi educativi e didattici, che imposta il lavoro, insomma che, nel bene e nel male, caratterizza un istituto. Spesso è proprio il preside a fare la differenza. In passato mi è capitato di insegnare per alcuni anni in un liceo statale dove c’era un ottimo preside (lo dico tra parentesi, che veniva dalla scuola cattolica): un preside vecchio stampo, che amava il proprio ruolo, e lo ricopriva benissimo, ma che aveva molto amato, prima di diventare preside, il mestiere di docente. Credo che non abbia mai fatto, in vita sua, un giorno di malattia. Da preside, quando mancava qualche insegnante, era felice di andare lui a fare lezione. Così conosceva le classi e gli studenti e aveva il polso della situazione: ai consigli di classe sapeva di cosa si parlava. Sotto la sua presidenza il liceo aveva sensibilmente incrementato le iscrizioni. Certo, non tutti i professori lo amavano, soprattutto non lo amavano quelli tendenti al ritardo cronico in ingresso. Lui alle otto meno un quarto era già a scuola e, se qualche docente arrivava qualche minuto dopo l’orario stabilito, con la sua presenza gli faceva notare che l’aveva notato… La stessa cosa valeva con i ragazzi.
Bastò che questo preside d’oro andasse in pensione e ne arrivasse un altro molto meno motivato perché le cose in quella scuola cominciassero ad andare a rotoli: ora mi dicono che ogni anno perde una sezione. Mi scuso per essermi lasciato andare a dei ricordi personali, ma era per dire quanto sia importante per la qualità dell’offerta formativa la presenza di un buon preside. Non è pensabile che in una regione come la Lombardia a settembre si inizi l’anno scolastico con un istituto su tre senza dirigente. Il diritto, sacrosanto e legittimo, a ricorrere presso gli organi competenti da parte di chi non si sia sentito tutelato dalle modalità in cui si è svolta la procedura concorsuale non può diventare motivo di paralisi di un intero sistema.
Ora il Consiglio di Stato ha stabilito che le prove del concorso dovranno essere nuovamente corrette, affinché si stili una nuova graduatoria. Ci risulta difficile immaginare in che modo possa essere garantito l’anonimato dopo che agli elaborati sono ormai stati abbinati i nomi dei candidati. Ma questa è una grana che dovrà affrontare la nuova commissione nominata ad hoc dal Ministero. La cosa che sta a cuore a noi insegnanti e ai genitori degli alunni è che l’anno scolastico cominci in maniera serena, all’insegna della funzionalità, dell’efficienza e dell’efficacia. Non sono un giurista e quindi potranno sfuggirmi degli aspetti tecnico-legali, ma una domanda voglio porla ugualmente. Non sarebbe proprio possibile, intanto, assegnare temporaneamente le sedi vacanti ai 355 vincitori del concorso, in attesa che si chiarisca definitivamente l’intera faccenda? Ovviamente, come si dice, "con riserva".​
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