Non so chi abbia ucciso Melania Rea e perché. Attendo, insieme ai suoi cari e a tanti italiani, che sia fatta piena luce su questo delitto particolarmente efferato. Vorrei tanto che l’assassino fosse un maniaco sconosciuto. Magari una persona incapace di intendere e volere. Lo spero perché questa storia già tanto disperata non lo diventi ancora di più; perché alla piccola Vittoria, derubata della mamma, non sia tolta anche la gioia di avere accanto il suo papà. Lo spero per i genitori di Melania, per quelli del marito e per il marito stesso.Pur abitando a un tiro di schioppo dalla casa di Salvatore Parolisi a Frattamaggiore, non ho mai incontrato i suoi genitori. Non li conosco, ma non faccio fatica ad immaginare come questa tragedia abbia sconvolto la loro esistenza. È gente semplice. Anziani contadini che alla vita hanno sempre chiesto poco e stanno soffrendo pene amarissime per la morte della nuora.Sabato scorso. Passo davanti alla loro casa e noto con disappunto che le apparecchiature di una troupe televisiva sono ancora lì appostate. Perché mai?, mi chiedo. Eravamo stati informati il giorno prima – ma era proprio necessario? – del sequestro, da parte degli inquirenti, della macchina e del trolley di Salvatore. La nostra curiosità – sana o morbosa? – era stata soddisfatta. Perché continuare a rendere la vita invivibile a questa povera gente di paese? Capisco che tutti abbiamo il diritto di sapere chi ha ucciso Melania. È giusto. A suo tempo ce lo diranno. Ma che senso ha tormentare questi addolorati genitori colpevoli di niente? Lo abbiamo capito. Ce lo hanno ripetuto mille volte. Salvatore non era – come la maggior parte di noi poveri mortali – uno stinco di santo. Tradiva la sua donna, e ha fatto sovente ricorso alla bugia. Ne possiamo discutere. Discutere, voglio dire, della menzogna e del tradimento coniugale in genere, così presenti nell’umano consesso, e della facilità con cui trovano, sempre di più, diritto di cittadinanza. Di come riescano a rovinare anche gli amori più belli, a gettare sospetti e veleni tra gli amici e a distruggere negli animi la fiducia. C’è chi ne prova istintivamente orrore e mai accetterebbe di mentire e di tradire. Altri, invece, con la menzogna riescono a conviverci facilmente.Salvatore è sospettato di omicidio. L’accusa è di una gravità inaudita. Perciò occorre andarci tutti, come stanno facendo gli inquirenti, con i piedi di piombo. Tutti, comprese certa stampa e televisioni. Nessun uomo è una isola. I cuori stanno a grappoli. Le nostre gioie e le nostre sofferenze si riflettono su chi ci ama. Anche costoro meritano attenzione e rispetto. Addolora vedere davanti a quella vecchia casa uomini e strumenti pronti per cogliere un dettaglio, una parola, un volto. Danno l’impressione di avvoltoi pronti per gettarsi sulla preda. Ma a Frattamaggiore non c’è nessuna preda. Ci sono, invece, delle persone anziane che, da mesi, stanno affogando in un mare di dolore. Persone che sperano, pregano, attendono.A noi italiani i particolari, più o meno scabrosi, di questa storia dolorosissima non aggiungono niente a ciò che già sappiamo. Melania, una mamma giovane e bella, è stata ferocemente assassinata. La vicenda è ancora avvolta nel mistero. Gli inquirenti stanno indagando a tutto campo. Lasciamoli lavorare in pace. Mostriamo più rispetto per chi soffre. Diamo anche noi il nostro piccolo contributo. Facciamo, ancora una volta, ricorso alla pietà. Pietà per la cara Melania e per chi piange la sua morte, compreso il marito, su cui pesano pesantissimi sospetti. Pietà per chi lo ha messo al mondo e non può che stargli accanto e volergli bene.