Il ventennale della giornata dedicata alla protezione sul Web Creare (insieme) una rete “più sicura” e “migliore” per i bambini e i ragazzi. È la sfida dell’importante ricorrenza che si celebra oggi: il ventennale dell’istituzione della giornata dedicata alla sicurezza in rete (Safer Internet Day). Dal 2004 tutti Paesi europei sono invitati a partecipare all’organizzazione di eventi, scambi di esperienze e risorse per sollecitare la riflessione attraverso istituzioni, associazioni e centri di ricerca. Cremit (Centro di Ricerca sull’Educazione ai Media, all’Innovazione e alla Tecnologia dell’Università Cattolica), ad esempio, lancia per tutto il mese di febbraio una serie di iniziative per la scuola, la famiglia e l’educazione. Ma facciamo un passo indietro nel tempo, perché l’interesse europeo per la sicurezza in rete non rappresenta un tema dell’ultima ora. Questa precisazione ci consente di superare un generale scetticismo nei confronti delle iniziative (e delle giornate) sui media e i minori, con il rischio di interventi spot. Il Safer Internet Action Plan, infatti, è stato varato nel 1999 come programma di intervento per un uso più sicuro di Internet, proprio negli anni in cui la tecnologia si faceva più presente, con quattro direzioni: la creazione di un sistema di linee nazionali per la segnalazione di contenuti illeciti o inappropriati, l’attuazione di un programma di sensibilizzazione, l’investimento per lo sviluppo di tecnologie di filtro, la predisposizione di codici di autoregolamentazione.
L’analisi della documentazione rivela, negli anni, un cambiamento importante anche in termini economici. Si alleggeriscono gli investimenti in filtri e codici di autoregolamentazione in funzione del potenziamento delle attività di sensibilizzazione, anche in virtù di un dato noto a molti. Internet non è più fisicamente collocato in uno spazio circoscritto, domestico. Sonia Livingstone, riferimento nel campo della Media Education, ci aiuta a comprendere il cambiamento nelle culture mediali segnalando il passaggio dalla cultura del salotto (dove i dispositivi sono condivisi e ben visibili), alla cultura della cameretta (regno di console e tecnologia con una appropriazione più privata) e la cultura della tasca (dove i dispositivi, ormai mobili, ci seguono in ogni momento). I mezzi pubblici, i parchi, le strade, i cortili, le piazze, le tasche non consentono più agli adulti di attivare solamente un controllo dall’alto, di dubbia efficacia. L’at-tenzione oggi è rivolta in primis alla promozione di comportamenti virtuosi, incidendo sulla sensibilizzazione, sulla formazione di una coscienza critica, sulla capacità di essere autori e non solo consumatori di contenuti. Una nota certamente nuova riguarda anche il maggiore coinvolgimento dei minori, ai quali il Programma si rivolge da sempre, non solo come utenti finali dell’intervento ma come partner attivi (il riferimento è allo Youth Panel).
Si tratta di una scelta necessaria che segue i cambiamenti nelle pratiche e nel mercato, pensando anche ai più piccoli. Non a caso, uno degli strumenti di attivazione pensati da Cremit e Avvenire è un podcast per la scuola primaria, accessibile sul sito di Popotus. Oggi il Bik+ (Better internet for Kids) adottato nel 2022 porta avanti il lavoro, con una strategia a più livelli (e tre pilastri). La direzione da assumere muove da atteggiamenti di tipo marcatamente protettivo, verso l’empowerment e il contributo di tutti, come ricorda il titolo scelto dalla Commissione Europea per la promozione della giornata: “Together for a better internet”. Insieme ( together) significa fare un passo avanti: non solo i governi e le piattaforme (pensiamo all’audizione del Senato americano del 31 gennaio), non solo gli adulti, ma anche i ragazzi e i bambini. Insieme per una rete migliore, con un’attenzione estesa a tutto l’anno.