"Non vorrei che questa epidemia - ha detto papa Francesco, riferendosi al coronavirus, al termine dell'udienza generale dell'11 marzo - ci facesse dimenticare i poveri siriani che stanno soffrendo al limite di Grecia e Turchia. Devono fuggire dalla fame, dalla guerra, dalle malattie".
Caro direttore,
condividiamo con te e con i lettori di “Avvenire” un invito che intendiamo lanciare a tutti. «Avvertiamo il bisogno civile e umano di ringraziare papa Francesco, l’unica autorità mondiale che ha ricordato il dramma dei civili di Idlib, nel nord ovest della Siria. Siamo sconvolti dalle rare immagini di quei bambini assiderati, a volte da soli, a volte con i loro genitori o parenti. Da una parte sono costretti a fuggire dalla Siria verso la Turchia da bombardamenti a tappeto che violano le regole più elementari del diritto umanitario internazionale e dall’altra sono impediti a trovare salvezza da un muro invalicabile e a oggi non valicato. Non è un’emergenza improvvisa, tutto questo va avanti da mesi! Si calcola che ormai siano almeno un milione gli esseri umani in fuga ammassati al confine, alcune stime parlano di un milione e cinquecentomila, in gran parte bambini. Se non si trovasse una soluzione, urgente, le operazioni militari raddoppieranno gli sfollati, per i quali non ci sono neanche tendopoli. Per tutti costoro ci sono soltanto due sottili corridoi umanitari aperti dall’Onu per portar loro qualche genere di prima necessità: questo è inammissibile. Avvertiamo dunque l’urgenza di manifestare la nostra gratitudine a papa Francesco e dimostrare al mondo che il suo appello per questa umanità abbandonata e tradita non è caduto nel vuoto. Questi nostri fratelli e queste nostre sorelle non possono essere dimenticati. Per questo domenica otto marzo, giornata dedicata alle donne di tutto il mondo, anche le madri, disperate di Idlib, alle bambine, alle anziane che soffrono nel gelo di Idlib, un gruppo di noi, nel pieno rispetto di ogni misura di sicurezza, sarà in piazza San Pietro. Ci incontreremo alle 11.15 davanti alla sala stampa vaticana per andare in Piazza San Pietro con un solo striscione: “Per i dimenticati di Idlib”»
Adesioni organizzazioni
Adesioni individuali
Alessandra Aula, direttrice generale BICE Bureau International Catholique de l’Enfance
Alessandro Giorgi, Cmsr
Angela Maria Rigoli
Anna Foa, Università La Sapienza di Roma
Anna Maria Pellegrino – presidente circolo culturale don Primo Mazzolari
Antonella Napoli, Articolo21 e direttrice Focus on Africa
Antonio Spadaro, direttore La Civiltà Cattolica
Asmae Dachan, giornalista italo siriana
Carlo Ridolfi coordinatore nazionale dell’Associazione Rete di cooperazione Educativa
Chiara Cattai
Chiara Zappa, giornalista
Cinzia Armani
Clara Pezzoli
Cristina Castelli, vicepresidente Bice Bureau International Catholique de l’Enfance
Cristina Mazza, Educatori senza Frontiere
Daniele Rocchi, giornalista
Dario Sermasi
Don Antonio Mazzi, Fondazione Exodus
Don Renato Sacco, coordinatore nazionale Pax Christi Italia
Donatella Configliacco Ciagne
Elena Gualco, formatore, Ovada (AL)
Elisa Marincola, portavoce Articolo21
Ernesto Preziosi, associazione argomenti2000
Eva Pastorelli, Focsiv
Gabriella Proto direttrice rivista antimafie LESICILIANE
Gianfranco Cattai, presidente FOCSIV, coordinatore Retinopera
Giulia Pigliucci, Focsiv
Giuseppe Cammarata
Giuseppe Giulietti, Presidente FNSI
Giuseppe Madonia, Varese
Immacolata e Francesca Dall’Oglio
Laura Fania Trieste
Luca Geronico, Avvenire
Marco Griffini, presidente Ai.Bi.
Marco Tarquinio, direttore Avvenire
Maria Immacolata Maccioti, docente univers., resp. osservatorio rifugiati vittime di guerra
Maria Filomena Giglielo
Mariella Aluffi RSCJ
Mario Tretola, presidenza regionale delle Acli Piemonte
Marneo Serenelli, pensionato, membro Ordine Psicologi, AI, INEE
Massimiliano Costa, presidente Masci Italia
Massimo Angeli, giornalista Engim
Maurizio Di Schino, giornalista inviato TV 2000
Padre Carmine Miccoli, Pastorale Sociale e del Lavoro, Lanciano-Ortona
Paola Arneodo
Paola Giovanna Donato – Educatori Exodus Cassino
Paolo Borrometi, vice direttore AGI
Paolo Perucchini, presidente Ass. Lombarda dei giornalisti
Patrizia Ceola
Pierluigi Branca, psicologo di Comunità
Pino Salerno, presidente Associazione di Volontariato Casa Nostra, Cosenza
Raffaele Lorusso, Segretario FNSI
Roberto Natale, Articolo21
Romolo Guasco, presidente Cvx Italia
Rossella Miranda, delegata Fundaciòn Promociòn Social in Italia
Sabrina Ferrari, pensionata
Sara Lucaroni, giornalista freelance di Avvenire e de L’Espresso
Sonia Mondin segretario Retinopera
Stefano Corradino, direttore Articolo21
Valentina Citati, Focsiv
Vittorio Di Trapani, Segretario UsigRai
Walter Falappa
Care amiche e cari amici, accolgo con gratitudine il vostro invito a riunirci di persona o anche solo idealmente domenica 8 marzo attorno a papa Francesco, uomo di Dio e altissima e limpida voce dell’«umanità abbandonata» nel dramma siriano, che nove anni di guerra, di cinici calcoli e di tradimenti hanno reso immenso. È un invito che condivido profondamente nello spirito e nella sostanza e al quale personalmente aderisco. Come sapete “Avvenire” in questi mesi, e ancor di più in questi giorni, sta cercando di illuminare le storie e le sofferenze dei dimenticati di Idlib e di tutti i profughi – uomini, donne e bambini – che per troppi, anche nella nostra civilissima Europa, sono soltanto «migranti» senza nome, senza volto e senza perché. Ombre in carne e ossa da inchiodare alle porte della Grecia. Ma i loro “volti” e i loro “nomi” sono proprio come i nostri, e il “perché” della loro fuga e del loro bisogno è scritto con le nostre armi d’Occidente e con la guerra contro la quale non abbiamo saputo spenderci abbastanza. Mi rendo conto che in questa Italia in emergenza sanitaria molti, pur consapevoli della tragedia in corso e dell’urgenza di dare un segno di civiltà, di dolore e di impegno, non riusciranno a essere in piazza San Pietro, domenica prossima, per la preghiera dell’Angelus con il Papa (che sarà trasmessa in streaming su schermi, il Papa non si affaccerà). Spero – e so che questa speranza è nelle attese di tutti voi, promotori dell’invito – che chi sarà lontano da Roma o non potrà comunque attraversarla sino al “sagrato del mondo” decida di accendere non solo la tv, ma anche una luce e di metterla sul davanzale di una finestra della propria casa. Anche se sarà una luce accesa in pieno giorno. Perché i tanti durissimi giorni che sono passati e quelli, terribili, che si stanno inanellando purtroppo non bastano ancora per “vedere” dentro la lunga notte siriana. Ed è necessario che si faccia luce su quanto sta accadendo nella terra di Idlib e al limitare d’Europa. È necessario che si faccia luce nelle menti dei “grandi” del mondo e, soprattutto, qui e ora, dei politici europei e turchi. È necessario che si veda la realtà di un popolo massacrato e usato. È necessario che si lavori per una svolta nel segno dell’umanità, della politica responsabile, del soccorso alle vittime, dell’accoglienza dei perseguitati.
GLI ALTRI INTERVENTI SULL'INIZIATIVA