sabato 7 marzo 2020
A piazza San Pietro per la Siria, per ringraziare con commozione papa Francesco, che oggi è per tutti anche il leader morale globale, il testimone della civiltà del buon samaritano
Bambini di Iblid in un campo profughi vicino al confine turco

Bambini di Iblid in un campo profughi vicino al confine turco - Ansa

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«Avvertiamo l’urgenza di manifestare la nostra gratitudine a papa Francesco e dimostrare al mondo che il suo appello per questa umanità abbandonata e tradita non è caduto nel vuoto. Questi nostri fratelli e sorelle di Idlib non possono essere dimenticati. Perciò domenica 8 marzo, un gruppo di noi alle 12, nel pieno rispetto di ogni misura di sicurezza, sarà in piazza San Pietro alla recita dell’Angelus». Si conclude così l’appello – lanciato da Associazione Giornalisti amici di padre Dall’Oglio, Amnesty International Italia, Caritas Italiana, Centro Astalli, Comunità di Sant’Egidio, Coordinamento dei Siriani Liberi di Milano, Focsiv, Siria Libera e Democratica, Ucoii, Magis-Movimento e azione dei Gesuiti italiani per lo sviluppo, Ucsi, Articolo 21, Associazione culturale islamica in Italia, Comunità siriana in Umbria, Fesmi-Federazione della stampa missionaria italiana, Fondazione Migrantes, Associazione Educatori senza frontiere, Associazione Francesco Realmonte, Coe, Comitato Collegamento di Cattolici per una Civiltà dell’Amore, Cvx, Engim-Ente Nazionale Giuseppini del Murialdo, Fondazione Exodus, Masci Italia, Movimento Shalom, Pax Christi e da illustri personalità – pubblicato il 5 marzo su "Avvenire" con l’invito, firmato e rilanciato dal direttore Marco Tarquinio, per chi non potrà esserci, a esporre una luce o a seguire la preghiera in tv. (qui l'elenco delle adesioni)

Caro direttore,
l’assenza di Assad al summit moscovita sulla Siria ce ne indica il risultato più rilevante: la Siria è di Putin e di Erdogan. Il primo ne prende grandissima parte, il secondo un altro corridoio che userà per trasformare i deportati a Idlib in un cuscino umano per separarsi dai curdi siriani. Il muro che Erdogan ha costruito per fermare lungo il suo confine, negli stenti e nel gelo, i milioni di esseri umani lì deportati da Assad è stato costruito anni fa. Chi lo ha notato? E l’inaudito crimine contro l’umanità di Assad e Putin, fatto di bombe contro scuole, ospedali, asili nido di Idlib?

Io per Idlib ho contato tre appelli di papa Francesco; e poi? Il vero problema sono loro, i nostri fratelli e le nostre sorelle di Idlib. Quante migliaia di bambini dormono nei pollai, sotto un albero, dallo scorso novembre? Quante madri gettate nel gelo invocano lo sguardo di Allah, Dio, sui loro figli? Tutti costoro li ricorda solo Francesco? Vuol dire che molto in noi non va e che lui va ringraziato, perché è il solo che cerca di destare dal sonno le nostre coscienze. Andare a ringraziarlo davvero mi è parso un dovere verso di me prima che verso di loro, i deportati di Idlib. Solo così lunedì mattina potrò dirmi: «Io sono diverso da quei cittadini europei che vanno a dare la caccia ai profughi al confini tra Grecia e Turchia».

Sono sicuro che padre Paolo Dall’Oglio avrebbe voluto ringraziare Francesco, ma facendolo meglio di me; lui avrebbe trovato il modo di raggiungerla, Idlib. Noi, di questa piccola associazione di suoi amici, non ne siamo capaci. Io, facendo il minimo che Paolo mi avrebbe chiesto di fare, ogni giorno lo sento pormi due domande: perché dieci milioni di siriani non possono vivere in Siria? Perché devono essere deportati, e non devono potervi tornare? La seconda domanda che mi sento fare da lui è questa: le azioni militari che si compiono in Siria sono contro fanatici jihadisti in armi, che esistono, ma queste azioni producono deportazioni di massa di civili in realtà vittime dei jihadisti: allora questo terrorismo è la coperta di Linus che sa farci accettare una gigantesca pulizia etnico–confessionale? La “sicurezza” è forse un’ideologia per giustificare tutto, tranne pluralismo e democrazia?

Dunque – se sarà possibile, vista l’emergenza sanitaria – a piazza San Pietro, sì: per ringraziare con commozione papa Francesco, che oggi è per tutti anche il leader morale globale, il testimone della civiltà del buon samaritano.
Associazione giornalisti amici di padre Dall’Oglio

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