martedì 1 marzo 2011
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Citare il Catechismo della Chiesa cattolica per sottolineare la propria condivisione di quelle parole autorevoli su un tema di straordinaria delicatezza come la fase terminale della vita umana è una scelta che va presa sul serio. E che ha precise conseguenze. Troppo facile sarebbe usare qualche capoverso del libro nel quale sono riassunti il magistero della Chiesa e la fede dei credenti – nientemeno – per conferire alle proprie idee un alone di inattaccabilità. E dunque se il presidente della Camera Gianfranco Fini va in tv – come ha fatto ieri sera su La7 – per leggere le limpide frasi con le quali il Catechismo pone un argine all’accanimento terapeutico, assume un impegno morale di grande rilievo: perché lì la Chiesa ricorda che di nessuno si può procurare la morte. La legge nella quale la dignità mai riducibile della vita umana viene laicamente tutelata con regole chiare è ormai prossima al dibattito nell’aula presieduta dallo stesso Fini. Le parole che ha fatto proprie ieri sera ispirino scelte rigorose e di garanzia nei prossimi giorni.
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