La polemica non andiamo a cercarla. Ma quando ci siamo costretti… L’onorevole Bersani, per esempio. In una dichiarazione azzardata sull’editoriale di
Avvenire, firmato da Rossana Sisti, ne lamenta il tono – a parer suo – non abbastanza energico e sdegnato. «Non oso immaginare – insinua – che sarebbe successo se questa vicenda avesse riguardato Prodi e mi piacerebbe che ci si comportasse con tutti allo stesso modo». Ora, a parte il cattivo gusto di tirare in campo, a proposito di matrimoni falliti, il protagonista di una storia familiare del tutto felice, vorremmo dire all’onorevole Bersani che accettiamo senza alcuna esitazione la sua sfida avventata, sicuri di stravincerla. Per noi parlano i fatti. Fatti che può accertare alla svelta: provi a chiedere al suo collega onorevole Sircana, già portavoce del presidente Prodi, come
Avvenire si è comportato allorché fu lui a ritrovarsi al centro di una storia non poco pruriginosa. Dalla risposta di Sircana potrà immediatamente intuire che con la sua dichiarazione, onorevole Bersani, lei s’è scelto il bersaglio sbagliato, seminando al vento parole vuote. Questo giornale, su certi temi, usa con tutti – assolutamente tutti – la stessa misura, fatta di rispetto e delicatezza. Anche se lei pare non essersene accorto. Aggiungiamo solo, per non fare troppo i pignoli, che
Avvenire, onorevole Bersani, non ha aspettato chissà quanto per intervenire sul caso Berlusconi-Lario. Consultando l’edizione di venerdì scorso, primo maggio, scoprirà che una prima puntuale considerazione era già stata fatta. Nessuno è obbligato a leggere Avvenire; ma se proprio gli si voglion fare le pulci, meglio informarsi prima per non pigliare cantonate. E già che ci siamo vorremmo ricordare agli intrepidi navigatori di Internet che a scrivere e firmare il fondo dal titolo "Politica e discrimine etico" è una giornalista di Avvenire, non i vescovi. Pensano di essere tanto laici, e non sanno attribuire a ciascuno il suo. Che noia.