Caro direttore,
vorremmo dire a “Popotus”: ti conosciamo fin dalla tua nascita nel 1996 come inserto per i bambini di “Avvenire”. Da allora abbiamo sempre apprezzato tante notizie interessanti per i nostri nipotini. Per questo siamo stati molto sorpresi di leggere sul numero del 7 febbraio 2019, che i bambini italiani godono di buona e ottima salute, e che «meglio di noi fa solo la Romania». Abbiamo conoscenze dirette di bambini rumeni che vivono in condizioni di estrema povertà, e salute precaria. Lo spiega bene il gesuita austriaco Georg Sporschill nell’articolo di Karl Hohenlohe nel quotidiano di Vienna “Kurier” del 12 dicembre 2013. Molto diffuse sono le patologie psichiche dei bambini che soffrono perché si sentono abbandonati dalle loro mamme che sono all’estero per lavoro o accattonaggio. Siamo quindi sicuri che vorrai controllare i dati Eurostat per rettificare un evidente scambio di dati. In attesa di risposta, ti salutiamo sempre con tanta simpatia.
Herta Neff e Achille Rosa Torre Boldone (Bg)
Gentili lettori, ringraziandovi per l’apprezzamento e l’affetto che dimostrate a “Popotus” devo però confermare i dati che la notizia – molto in breve – riportava. La ricerca di Eurostat (che trovate all’indirizzo) descrive i bambini della Romania come ottimamente in salute. I dati, si legge sul sito dell’ufficio statistico dell’Unione Europea, sono stati ottenuti invitando i genitori nei vari Paesi a compilare un questionario che però non è disponibile sul sito così come non sono disponibili i criteri in base ai quali è determinato lo stato di salute. La fonte è autorevole e la notizia – scelta proprio perché introduceva una nota positiva – è stata riportata in modo cronachistico, vista anche la limitatezza dello spazio a disposizione. Resta il fatto che i numeri non mentono ma riescono a raccontare solo una parte della realtà, come voi giustamente notate. Un bambino triste per la mancanza della mamma può essere sano come un pesce: che ci si ammali di nostalgia, però, non è solo un modo di dire. Ancora grazie per l’attenzione.