L’Apostolo Paolo invita i cristiani di Filippi a gioire. È, la gioia, il desiderio di ogni uomo. Così come la vita e l’amore. E la festa di Natale evoca questi sentimenti nell’umanità intera, intensifica questi desideri, riaccende la nostalgia di questi beni. L’uomo – possiamo dire – è "nostalgia", espressione che raccoglie e manifesta tutto ciò che di bello e di buono, di presente e di futuro, di tempo e di eternità, abita nel nostro cuore. Presente come realtà e come promessa: realtà che le nostre mani costruiscono giorno per giorno; promessa perché l’esperienza ci insegna che non solo la vita e il bene sono segnati dallo scorrere del tempo e che sempre sono incompiuti.Finito e incompiuto sembrano il destino fatale dell’umanità e del mondo, sembrano cifra di questo splendido e drammatico universo. Quanto più l’uomo scopre la precarietà di tutto, tanto più riemerge e si rafforza il desiderio che si tinge di anelito e tensione - potremmo dire d’amore - e che si protende in avanti sapendo che la pienezza definitiva è un dono davanti a noi. Il Natale, mistero dell’Incarnazione di Dio nella storia, è la risposta a questo struggente desiderio: dalla notte di Betlemme la Luce è apparsa nelle nostre tenebre, la Presenza è entrata nelle solitudini del mondo, così che nessuno sarà più disperatamente solo. La vicinanza di Dio all’uomo è l’evento che – come un filo d’oro – attraversa tutto l’anno liturgico: dal Natale alla Pasqua alla Pentecoste. Ma nella notte santa quella presenza si tinge di umiltà e tenerezza.Quanto bisogno di umiltà e tenerezza! Quanto più il mondo è arrogante e duro, tanto più ha bisogno di incontrare umiltà e tenerezza. E Gesù Bambino ci viene incontro proprio rivestito di questi abiti che ci richiamano all’essenziale, sciolgono le nostre paure, ci restituiscono la speranza. Dio è con te! Questo è il Natale. Non sei solo sotto i colpi della vita, nella ricerca della verità, nelle incomprensioni dei rapporti umani, davanti a responsabilità gravi. Non siamo soli!Ci guardiamo intorno e non possiamo negare il momento difficile per l’occupazione, le famiglie, i giovani. La vicinanza di Cristo, Figlio di Dio, non risolve miracolosamente le prove, ma ci aiuta a guardarle in modo nuovo e ad affrontarle insieme e con fiducia. Insieme con Lui, e insieme tra noi: ecco la solidarietà cristiana. Andare incontro al Natale, lasciarci prendere dal suo segreto di luce, aprire il cuore alla divina presenza dell’Amore fatto uomo, genera la gioia. Non quella scialba e triste delle circostanze fortunose o delle soddisfazioni effimere, ma quella reale che penetra l’anima e ispira la vita: è la gioia di sapere di non essere più soli perché Dio-è-con- noi. Davanti all’incanto del presepe, alla straordinaria poesia della piccola grotta, ci uniamo al cammino dei pastori e ci auguriamo un buon Natale.