domenica 22 dicembre 2013
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Bergoglio, ah Bergoglio… Dov’è fi­nita la parola «verità»? E la Tradi­zione con la ti maiuscolissima? E la Mes­sa in latino? E poi queste telefonate, i pranzi alla mensa tra i comuni mortali, le distanze ravvicinate tra lui il Sovrano e noi i sudditi…. Troppo cuore, troppe parole, troppe telefonate, questo suo o­stinarsi a parlare a braccio, questa pro­lissità. Decisamente poco sacrale. Ma si sa, è sudamericano…
Ratzinger, ah Ratzinger. Troppo cerebrale: un po’ di cuore, che dia­mine! Rarissimo che parlasse a braccio. Troppo teologo, deci­samente rigido. Ma si sa, è tedesco…
Wojtyla, ah Wojtyla. Troppo carismatico, troppo cuore, troppo attore; e poco cerebrale, diciamolo: troppo poco teologo. Estroso come può esserlo uno slavo. Ma si sa, era polacco…
Montini, ah Montini. Sempre alla ricer­ca del dialogo e della mediazione, fin troppo: chiaro che alla fine qualcuno se ne approfittasse. Tormentato, troppo tormentato e troppo poco sicuro e nor­mativo come dev’essere un Romano Pontefice, com’era Pacelli…
Pacelli, ah Pacelli. Normativo e sicuro. Ma un Papa nel cuore dei conflitti caldi e freddi, del confronto mortale tra i due blocchi, della minaccia comunista, di un mon­do lacerato ancora pre­da delle ideologie, pos­sibile non fosse almeno un poco tormentato?
Roncalli, ah Roncalli… Aveva un cuore grande così. Il Papa buono, la luna, la carezza ai bambini… Un papà! Ma un padre dev’esse­re anche severo. Deve premiare ma soprat­tutto vigilare e punire. Con i soli sorri­si non si va da nessuna parte. Anzi no, si va a indire il Concilio, che disastro! I cattolici, ah questi cattolici italiani… ​
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