Le ripeteva spesso, il
cardinale Ersilio Tonini, quelle poche parole che gli erano rimaste marchiate nel cuore dopo che aveva visitato un povero quartiere di una periferia africana: «Bisogna fare in modo che qualcosa accada ». Quelle parole gli erano sgorgate da «una grande ribellione che agita il mio animo, mentre io vedo la distruzione e la sofferenza che ferisce i nostri fratelli più deboli». Fu così, nel 1999, con la sua prima visita in Burundi, per l’inaugurazione di una clinica per la maternità di Gitega. Ebbe modo di visitare un quartiere della capitale, Kamenge, e ne rimase talmente colpito per la precarietà umana che sentenziò: «Un girone infernale. Bisogna fare qualcosa». Era anche questo il 'Tonini africano', un cardinale che si emozionava come un bambino quando ricordava la storia della «madre di Firenze colpita dal lutto di una figlia suicida che con la vendita del suo appartamento mi ha donato 400 milioni di lire serviti per realizzare la clinica»; oppure quella del pensionato delle 5 mila lire (3,50 euro, ndr): «Mi ha scritto un pensionato dicendomi questo: 'Cardinale, ho preso la pensione ed è tutto quello che posso donare. È poco ma ci vo- glio essere anch’io'». Africa: una «madre» che sentiva sua, «fin da ragazzetto», quando a 13 anni sognava di diventare un evangelizzatore nel Continente nero «e non ci sono riuscito, ma dopo tanti anni oggi (era il marzo del 2002, ndr) mi trovo a fare il missionario in Europa per conto dell’Africa». Quella povera, quella sola, quella malata, quella uccisa dalla guerra: «La mia Africa, quest’Africa che aiutiamo, sono sicuro, un giorno ci restituirà tutto quello che oggi noi stiamo facendo per lei e lo farà in abbondanza », rispondeva Tonini con quegli occhi pieni di luce e di voglia di 'fare'. Anche per questo, col preciso scopo di sostenere iniziative di sviluppo, soprattutto in campo medico, in quel continente, nel 2003 il cardinale Ersilio Tonini dà vita alla Fondazione pro-Africa che si impegna, in collaborazione con l’Università di Verona, in Burundi, piccolo Paese di 8 milioni di persone, tra i più poveri del mondo, carente di tutto, ma in modo particolare di medici e infermieri. Lo scopo è quello di promuovere la pace e lo sviluppo attraverso la promozione della cultura.
Ora a pochi giorni dall’anniversario della scomparsa del cardinale, avvenuta il 28 luglio 2013, (con avvisaglie già dall’anno precedente) la disponibilità finanziaria della Fondazione è gravemente diminuita «con seria compromissione della possibilità di continuare un’opera assai significativa per il miglioramento della situazione sanitaria di uno dei Paesi più depressi dell’Africa subsahariana», si legge in una nota della Fondazione pro-Africa. Spiega il
professor Ezio Maria Padovani, docente di neonatologia dell’Università di Verona, vicepresidente vicario della Fondazione: «Da oltre 10 anni portiamo avanti un importante progetto di sostegno agli studi medici dell’Università di Ngozi in Burundi, esemplare per l’idea da cui è ispirata: formare a livello universitario medici e infermieri 'sul posto' contribuendo a colmare la forte carenza di tecnici sanitari, gravissimo problema per tutti i Paesi subsahariani, a costi contenuti e sopportabili da parte di giovani africani e superando i costi elevati, i drammi e i frequenti fallimenti della emigrazione nelle università europee. La fondazione e l’Università di Verona collaborano strettamente nel progetto con obiettivi comuni e compiti diversi». Nella primavera del 2002, il cardinale Tonini, nonostante l’età già avanzata e la fatica di un viaggio intercontinentale, affrontava la sua ennesima missione umanitaria che lo portava a Bujumbura, capitale del Burundi. Con lui viaggiavano il settantacinquenne professor Filippo Rossi del dipartimento di patologia dell’Università di Verona, e l’imprenditore campano Ettore Magri che, con il contributo di gente comune, scuole e associazioni del suo paese Cardito, più un finanziamento della Regione Campania, si è reso artefice, insieme ai missionari Saveriani, della costruzione del 'Villaggio Cardito', un’ottantina di casette di mattoni rossi, nei pressi della capitale Bujumbura, una scuola, e pozzi per l’acqua. In quella lontana occasione
, il professor Rossi spiegava così la situazione del Burundi: «Certo non è la soluzione di tutti i problemi, ma questa nostra proposta, che coinvolge la Regione Veneto, la Farnesina, e che sta trovando l’appoggio dell’Unione europea, può essere l’inizio di una soluzione razionale e concreta. Ngozi, città di 600mila abitanti, un medico ogni 75mila e un’infermiera ogni 6mila abitanti e un solo ospedale funzionante con 150 posti letto». In questi anni, «grazie alla Fondazione e al concorso di altre istituzioni a Ngozi è stato avviato un corso di laurea in scienze infermieristiche e si stanno avviando le procedure per attivare un corso di laurea in fisiokinesiterapia e in odontoiatria – aggiunge il professor Padovani –. Il risultato più tangibile del progetto è stato l’aver laureato sul posto circa 450 infermieri che attualmente svolgono tutti la loro attività in Burundi». L’ultima iniziativa, «la più ambiziosa», è stata la realizzazione di una struttura materno infantile, come barriera all’«elevatissima percentuale di mortalità materna e neonatale di cui il Burundi soffre». Ma le difficoltà sono sempre in agguato. Soprattutto sul versante dei finanziamenti, una china che rischia di compromettere seriamente quel progetto di sviluppo africano sognato dal cardinale Tonini, quando si trovò dinnanzi a quella sofferenza umana e sentenziò: «Bisogna fare in modo che qualcosa accada».
Ecco come contribuire ai progettiLa Fondazione Pro-Africa è stata istituita dal Cardinale Ersilio Tonini per realizzare il diritto primario di ogni uomo alla salute ed alle cure attraverso lo sviluppo degli studi medici in Africa e opera in Burundi. È possibile contribuire con un versamento:* Cc postale n° 43109214 intestato a Fondazione pro Africa del Cardinale Tonini Onlus, Studio Cavalca, via Fabio Filzi 8, Milano* Bonifico bancario a: Fondazione pro Africa del Cardinale Tonini Onlus, Studio Cavalca, via Fabio Filzi 8, Milano codice Iban IT8750558401600000000066477