LO chiamano ‘Penna Bianca’, che sembra un po’ il nome di un capo indiano. Eppure, Maurizio Cimino, soccorritore presso la Direzione di Sanità e Igiene del Vaticano, più che un capo è un servo umile. Un uomo, padre di tre bimbi, che ha detto sì al progetto di ‘Medicina Solidale’, realizzato grazie al supporto dell’Elemosineria Apostolica e rivolto agli ultimi. Lo scopo è raggiungerli nelle case che non hanno mai avuto o che hanno perso, portando conforto e speranza, ma anche cibo, medicine, vestiti, spazzolini da denti, giocattoli e tutto ciò che aiuta a sentirsi più ‘umani’.
LA PRESENTAZIONE DEL WEBDOC "CARDINE"
4 mila chilometri in due anni
Maurizio svolge attività di Pronto Soccorso durante le udienze e gli incontri papali e guida anche il camper messo a disposizione dal Vaticano. Il mezzo, da centro mobile di rianimazione, è stato trasformato in un ambulatorio medico itinerante, con tre posti letto e macchinari sanitari a bordo. Negli ultimi due anni, insieme ad un’equipe di medici e volontari, ha percorso più di 4 mila chilometri per Roma raggiungendo periferie fisiche ed esistenziali: campi rom, alberghi e fabbriche in disuso, diventati ricoveri per i senzatetto, scantinati, abitazioni occupate e famiglie. Non solo immigrati, ma anche italiani che non arrivano a fine mese e che senza i generi di prima necessità donati dall’Elemosineria non riuscirebbero ad andare avanti.
Attenzione agli ultimi
“Di solito - ci racconta Maurizio - usciamo col camper un giorno a settimana, ma sono capitate anche uscite più ravvicinate per situazioni di emergenza sanitaria che ci venivano segnalate. A volte ci siamo trovati davanti dei veri e propri esodi di persone. Gente che veniva scaricata per la strada o in centri di accoglienza e a cui mancava tutto”. È quello che documentiamo anche in questa puntata di ‘Cardine’: uno sgombero forzato di una cinquantina di rifugiati, per lo più sudanesi, da una palazzina romana.
La testimonianza di Adam
“Un giovedì ci hanno svegliato le forze dell’ordine e ci hanno detto: ‘ragazzi dovete uscire da qui subito!’. E ci hanno messo in mezzo alla strada”, dice Adam che vive a Roma dal 2003 sotto lo status di rifugiato politico e che oggi sta cercando di mediare una soluzione con le istituzioni. “Siamo qui in mezzo alla strada. Dormiamo qua, mangiamo qua. E poi oggi è arrivato il camper del Papa. Ci hanno offerto ogni cosa, alcuni di noi sono stati visitati…grazie Papa Francesco noi ti siamo grati per tutto”. Stanchi, fiaccati da oltre tre mesi di presidio all’aria aperta, con letti e cucine improvvisate, alla fine di ottobre, sotto la minaccia delle ruspe, il gruppo ha dovuto mollare ‘la resistenza’ e lasciare persino la strada.
La bellezza di aiutare
Storie come queste, occhi e volti come quelli di Adam e dei suoi compagni, Maurizio ne ha visti tanti, troppi. “È dura - afferma commosso - a volte ti viene da piangere. Vorresti poterli aiutare tutti, i bambini in modo particolare… E’ vero noi portiamo i farmaci, il cibo, i giochi, i vestiti, ma sono loro che danno a noi. Io ogni volta che vado via da questi luoghi li ringrazio. Loro dicono: ‘grazie a voi’. E io invece dico: no grazie a voi che ci insegnate che anche dare nulla, è tanto”.
Un segno per il Natale
Sulle quattro ruote di questo grande camper bianco, viaggia la solidarietà del Papa e dell’Elemosiniere pontificio, il card. Konrad Krajewski, che ‘spende’ se stesso e tutto quello che può per aiutare gli ultimi. In questi periodi di festa poi il camper fa il pieno di cibo, regali, panettoni, torroni, perché anche nei luoghi abbandonati, arrivi la gioia del Natale.
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