Ospite d’eccezione della nuova puntata del WebDoc di Vatican News su Paolo VI: Gigi Proietti, protagonista di una sorta di dialogo a distanza con Papa Montini. L’attore parte da un ricordo personale del pontefice bresciano. “Dava un senso di grande serietà - afferma -. Era quel Papa che tutti dicevano: ‘questo ce crede’, nel senso che ci crede nella sua missione. Penso che il popolo l’abbia molto stimato”.
Sacerdoti e artisti
La clip affronta il parallelismo tra il ministero pastorale della Chiesa e la creatività artistica. Un tema tracciato da Paolo VI nell’omelia della cosiddetta messa degli artisti celebrata nella Cappella Sistina il 7 maggio 1964, quando invitò per la prima volta in Vaticano numerosi addetti ai lavori. “Noi abbiamo bisogno di voi”, disse Montini spiegando che i sacerdoti al pari degli artisti cercano di rendere accessibile il mondo dello spirito. Ma – ammise – “in questa operazione voi siete maestri”.
Teatro trascurato
“I grandi autori parlano tutti alla coscienza - dice Proietti. Il teatro non dà risposte a differenza della Chiesa dove però c’è un dogma. Ciò che accomuna le due cose – prosegue - è ciò che sta mancando al teatro, e forse un pochino anche alla Chiesa, ed è la ritualità che nel caso del teatro serve da collante nell’ambito sociale”. Per Proietti il teatro può favorire la cultura dell’incontro, ma occorrono fondi e maggiore attenzione da parte delle istituzioni. “In questo momento – ribadisce – il teatro potrebbe e dovrebbe poter avere questa funzione di amalgama”.
Il perdono
Tornando all’omelia del 1964, Paolo VI riconobbe alcuni limiti della Chiesa nel rapporto con gli artisti. “Vi abbiamo fatto tribolare”, affermò. E aggiunse: “Vi abbiamo talvolta messo una cappa di piombo addosso, possiamo dirlo; perdonateci!”. Solo l’audio tratto dagli archivi vaticani è in grado di evidenziare la sincerità e la stima contenute in queste parole. Soprattutto quando Montini disse: “Rifacciamo la pace? Quest’oggi? Qui? Vogliamo ritornare amici? Il Papa ridiventa ancora l’amico degli artisti?”.