Dice nel video dom Leonardo Ulrich Steiner, cardinale, arcivescovo di Manaus. «Le comunità ecclesiali di base (Cebs) sono un modo di essere Chiesa. Oggi noi parliamo di sinodalità, le Cebs già la esercitano. Le Cebs hanno questa capacità importante di vedere la realtà, prenderla in considerazione e tentare di trasformarla. Come già hanno detto i vescovi nel documento di Santarem, ‘una comunità incarnata, una comunità che desidera arrivare alla liberazione, alla trasformazione’».
Gli fa eco dom Roque Paloschi, arcivescovo di Porto Velho: «Le Cebs sono espressione di una chiesa capace di accogliere i migranti, i rifugiati, i pellegrin,. Una chiesa che non è indifferente al grido di speranza e molte volte di disperazione dei popoli di questa terra».
Per capire le Cebs, dice padre Manoel Godoy, «possiamo partire da Lumen Gentium del Vaticano II, con il concetto di popolo di Dio. Nella chiesa pensata come popolo di Dio il sacramento a fondamento di tutto è il battesimo. Con il battesimo c’è un’ uguaglianza fondamentale tra tutti i cristiani e cristiane, generando una chiesa tutta ministeriale».
Marilza Schuina della commissione laicato della Conferenza nazionale dei vescovi del Brasile (Cnbb): «Quando si prega nelle chiese per le vocazioni, la gente prega per le vocazioni sacerdotali, per le vocazioni religiose, facciamo tutta la lista per chi pregare, e se avanza tempo, solo allora ci ricordiamo e aggiungiamo il popolo di Dio. Il cammino è ancora lungo, ma non ci perdiamo d’animo».
Dom Gabriele Marchesi, vescovo di Floresta. «Non sempre le Cebs sono comprese e accolte per quello che sono, ovvero il desiderio di vita e di fede aperto a tutti, a partire dai poveri e dagli esclusi, che non sono solo oggetti di attenzione ma innanzitutto soggetti di chiesa, di evangelizzazione, popolo di Dio. Questo con le Cebs si realizza.»
Tea Frigerio, saveriana, «Negli Atti degli Apostoli incontriamo quello che il movimento di Gesù all’inizio ha voluto vivere: una chiesa che si riunisce nelle case, e nelle case c’è spazio per tutti, una chiesa che fa memoria di Gesù di Nazaret, che fa circolare i beni e il potere. Nasce così una chiesa che noi oggi chiamiamo sinodale e ministeriale».