Sono stati chiusi in casa, come l’Italia intera, per tutto il lockdown di primavera. Hanno perso i loro riferimenti quotidiani, quelle certezze grandi e piccole che tengono tutti noi ancorati alla realtà, ma che per le persone disabili sono sinonimo di equilibrio, in una vita fatta di mille ostacoli e difficoltà. Eppure una cosa ha unito gli italiani, tirando fuori il meglio, nella prima fase di questa drammatica pandemia: la musica.
"La musica come resilienza", spiega il fondatore dei Ladri di carrozzelle Paolo Falessi, che in quel periodo buio, con il suo gruppo al completo (e con la preziosa collaborazione del maestro Federico Capranica, che li aveva diretti anche al Festival di Sanremo) ha ideato, scritto e prodotto un videoclip, per sottolineare come la musica sia una risposta che unisce, un motivo per reagire, una immensa occasione per superare quella tristezza profonda che opprime, che oscura la nostra vista, che impedisce di vedere la luce.
Ecco, la musica dai balconi è stata un momento per dire che c’eravamo, con il cuore gonfio o con il sorriso, con l’energia o senza più forze. Eppure il Paese era lì. E loro, i Ladri di carrozzelle, hanno continuato a sognare e… a mandare all’inferno la depressione.